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lunedì 17 marzo 2014
In “Smetto quando voglio” un'idea su come si vince lo stato di precariato intellettuale
Titolo: Smetto quando voglio
Regia: Sydney Sibilia
Sceneggiatura: Valerio Attanasio, Andrea Garello, Sydny Sibilia
Genere: commedia
Produzione: Italia, 2014
Cast: Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Pietro Sermonti, Lorenza Lavia, Neri Marcorè, Stefano Fresi, [...]
Questo film "Smetto quando voglio", il primo
lungometraggio del giovane regista salernitano Sydney Sibilia, è una
commedia, geniale nella conduzione che appare scorrevole ed essenziale,
originale e singolare nella sceneggiatura, esilarante e coinvolgente per lo
spettatore. Esso tratta un tema attualissimo, quello dei precari intellettuali
esistenti nel nostro paese, a cui è negata ogni possibilità lavorativa. Nessuno
li reclama né il mondo della ricerca né il mondo della manovalanza spicciola. Un’amara
realtà drammatica che vivono i giovani del nostro tempo quotidianamente. Tant’è!
E la storia ivi raccontata lo dimostra.
Pietro Zinni (Edorado Leo), un bravo
ricercatore universitario, viene licenziato per mancanza di fondi, venendo a
perdere cinquecento euro mensili (!) che gli davano la possibilità di
sopravvivere e di sostenere, ma non in modo esaustivo, tutte le spese
condominiali della casa dove abita assieme alla sua compagna Giulia (Valeria Solarino) che fa l’assistente
sociale. Nell’impossibilità di trovare lavoro, essendo neurobiologo, all’insaputa
di Giulia, inventa un elaborato processo chimico che gli consente di produrre,
partendo da una sostanza naturale, l’eugenolo, una nuova droga, che ha il
vantaggio di essere “legale”, dato che la molecola prodotta non è contenuta
nell’elenco ministeriale delle droghe illegali. Per fare questo e per il
conseguente spaccio coinvolge altri suoi colleghi, anche loro ricercatori
precari che si arrangiano con dei miseri lavori non confacenti alle loro
rispettive professionalità, Mattia (Valerio Aprea), Andrea (Pietro Sermonti),
Arturo (Paolo Calabresi), Bartolomeo
(Libero de Rienzo), Alberto (Stefano Fresi), Giorgio (Lorenzo Lavia). Un gruppo
di amici, “i magnifici sette” si potrebbe dire, con competenze varie che vanno
dalla macroeconomia all’antropologia, dalle lettere classiche alla’archeologia,alla
chimica, che si adoperano magnificamente mettendo in campo le rispettive
conoscenze e abilità professionali. Entrano tutti, ovviamente, in una spirale
dove il successo risulta immediato ma urta con gli interessi del locale boss, un
trafficante di droga, violento e brutale, soprannominato Murena (Neri Marcorè),
anche lui una volta ricercatore precario.
Quando si entra in questa spirale è
possibile smettere quando si vuole? Allo spettatore l’ardua risposta.
“Smetto quando voglio”,
oltre ad essere un film divertente, ha un’alta valenza educativa in quanto e,
anche se in maniera spiritosa, mostra il dramma attuale vissuto dai giovani
intellettuali del nostro paese che si giocano anche ciò che c’è di più sacro in
un individuo: la libertà, pur di continuare a “campare”.
Francesco Giuliano
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