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mercoledì 6 marzo 2013
“Come Dio comanda” è un film sulla violenza, sulla solitudine e sull’amore!
Titolo:
Come Dio comanda
Regia:
Gabriele Salvatores
Soggetto:
Niccolò Ammaniti
Sceneggiatura:
Antonio Mancini, Gabriele Salvatores
Produzione:
Italia, 2008
Cast:
Filippo Timi, Elio Germano, Alvaro Caleca, Fabio De Luigi, Angelica Leo, Vasco
Mirandola, Ludovica Di Rocco, Alessandro Bressanello, […]
Ho
visto per la prima volta, dopo cinque anni dalla sua uscita nelle sale, il film
“Come Dio comanda” nel canale televisivo Rai Movie, trasmesso nella serata del 6
marzo c.a., per cui come è consuetudine per ogni film italiano che si rispetti
scrivere e pubblicare la recensione su questo sito di “Tutto sul cinema
italiano” anche se con qualche anno di ritardo.
Il
titolo del film ma anche il soggetto è tratto dal romanzo omonimo di Niccolò
Ammaniti. Una favola dai connotati tetri, oscuri, paurosi, tristi,
sconvolgenti, inserita in un paesaggio miscuglio di fango, buio, acqua,
bosco, consono al turbamento e allo sgomento che, lasciando impietrito lo
spettatore per il susseguirsi delle raccapriccianti scene di violenza, descrive
le vicissitudini di tre personaggi dai connotati strani e peculiari: Quattro
Formaggi (Elio Germano), un giovane che, lavorando in nero in un cantiere
edile, rimane menomato in seguito ad una scossa elettrica causata dall'alta tensione, e che è
tormentato in modo maniacale da Dio, ma
soprattutto dalla bellezza di una pornostar Ramona, di cui visiona
ossessivamente sempre la solita video cassetta, masturbandosi; poi cè Rino Zena
(Filippo Timi), un disoccupato alcolizzato, violento e dalle idee naziste, che
per la sua irascibilità e inaffidabilità è tenuto sotto controllo da Beppe
Trecca (Fabio De Luigi), assistente sociale incaricato di verificare che le
condizioni di vita del figlio Cristiano (Alvaro Caleca) siano plausibili; e poi
c’è quest’ultimo, Cristiano, un ragazzo quattordicenne, che viene educato alla violenza e che, per iniziarlo all’uso di una pistola, viene indotto dal padre ad
uccidere il cane dei vicini di casa. Educazione questa che porta Cristiano ad
esprimere per il padre un amore viscerale e subalterno. Una storia, dunque, che
esprime la lacerazione struggente della propria condizione umana e la
solitudine del proprio essere umano in una società opulenta, e che sembra al di
fuori del mondo ma che invece sta nel mondo, in questo mondo squallido e nichilista,
i cui personaggi non hanno il senso della vita e non riescono ad integrarsi a
causa della prepotenza del prossimo e della superficialità imperante. Un mondo dove il divario tra ricchi e poveri paventa un nuovo medio evo e
che per legge naturale è costretto a sfociare nella tragedia.Una metafora del nostro tempo, dunque.
Bravi
tutti e tre gli attori protagonisti, Timi e il giovanissimo Caleca, ma soprattutto
Elio Germano che ha saputo interpretare dall’inizio alla fine la parte del
giovane menomato Quattro formaggi in modo così toccante, coinvolgente ed esaustivo che è risultato scomodo e insopportabile allo spettatore.
Il film ha ottenuto due nomination al Davide di
Donatello 2009 sia per la migliore fotografia sia per i migliori effetti
speciali visivi.
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