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lunedì 1 ottobre 2012

Il film “20 sigarette” di Aureliano Amadei descrive il dramma della guerra raccontato da un sopravvissuto

Titolo: 20 sigarette
Regia: Aureliano Amadei
Soggetto: Aureliano Amadei, Francesco Trento, Volfango De Biasi
Sceneggiatura: Aureliano Amadei, Francesco Trento, Volfango De Biasi, Gianni Romoli
Produzione: Italia, 2010
Cast: Vinico Marchioni, Carolina Crescentini, Giorgio Colangeli, Orsetta De Rossi, Alberto Basaluzzo, Edoardo Pesce, Luciano Virgilio, Massimo Popolizio, […]


20 sigarette”, un titolo che scandisce inesorabilmente il trascorrere del tempo come un orologio, è un film trasmesso recentemente, in prima serata, su RAI3. Esso descrive le vicissitudini drammatiche, terribilmente vere e orribilmente realistiche vissute in prima persona dallo stesso regista del film Aureliano Amadei (Vinicio Marchioni) che è stata l’unica persona sopravvissuta all’attentato di Nassiriya in Iraq nel novembre 2003. Amadei era andato in Iraq come assistente del regista Stefano Rolla (Giorgio Colangeli), morto nell’attentato, per girare un film e invece restò ferito fortunosamente anche se gravemente. Rimessosi in sesto, anche se rimasto claudicante, dopo circa sette anni, girò questo film, con una ripresa originale anche se azzardata, come un bravo cronista documentarista. Ripresa eseguita appositamente tremolante e per questo realistica che conferisce al film l’impronta di documentario, appunto. Immagini cruente e crude, di corpi dilaniati coperti da un miscuglio di sangue e polvere, seguite da lamenti e di silenzi, da grida e da pianti, da desolazione e da sconforto, come se la ripresa fosse stata fatta in diretta. Immagini che coinvolgono emotivamente lo spettatore a cui trasmettono sofferenza e angoscia e al quale fanno toccare con mano l’ipocrisia e il cinismo dei nostri governanti che sotto l’egida della “missione di pace” inviano i militari a fare la “guerra”. L’egida della “guerra”, da cui emerge, infatti, con forza cruda implacabile aspro che la vita perde il valore e il significato che la caratterizzano, dove i corpi dilaniati rimangono intrisi del purpureo liquido vitale come un’impronta indelebile, indistruttibile, indimenticabile. Tutto ciò dovrebbe farci riflettere sulla “guerra” e sulla sua inutilità e aborrirla per difendere la pace a tutti i costi, per difendere la vita, perché a questo mondo si nasce e si vive una volta sola. Nel film risalta anche la figura di Claudia (la bella Carolina Crescentini), che copre il ruolo della fidanzata di Amadei.