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sabato 9 novembre 2013
Cercare “Il mondo fino in fondo” vuol dire vivere la diversità in piena libertà
Titolo: Il mondo fino in fondo
Regia: Alessandro Lunardelli
Sceneggiatura: Alessandro Lunardelli, Vanessa
Picciarelli
Musiche originali: Pasquale Catalano
Paese: Italia, 2013
Cast: Luca Marinelli, Filippo Scicchitano, Barbora
Bobulova, Camilla Filippi, Cesare Serra, Alfredo Castro, Manuela Martelli, […]
Dall’analisi di questo
film “Il mondo fino in fondo”, il primo lungometraggio di Alessandro
Lunardelli, emerge un reticolo di relazioni e di scelte straordinarie, imprevedibili,
inconsuete, che un diciottenne, Davide (Filippo Scicchitano), intraprende per scoprire
il senso della vita e le naturali inclinazioni
che stanno riposte nel suo animo e che tendono ad esplicitarsi liberamente. Ma
l’ambiente in cui vive, Agro una cittadina del nord Italia, non glielo
permette. Non ci vogliono, infatti, inibitori come il padre, o gli abitanti con
cui ha rapporti, perché questi con la loro presenza soltanto e con le loro “certezze” impediscono a Davide la libertà di scegliere
sulla base delle proprie tendenze sessuali e di vivere la sua vita senza impedimento
alcuno. Davide, di fatto, comprende di trovarsi in una società e, quindi, in una
famiglia che, con i suoi pregiudizi, i suoi stereotipi, i suoi dogmi, e le sue
regole, lo tiene come in una gabbia, in cui non riesce fondamentalmente ad
essere se stesso. Come avviene in “La vita di Adèle” (2013) di Abdellatif
Kerchiche, dove Adèle incontra Emma, così casualmente, Davide incontra
Andy (Cesare Serra), un giovane cileno ecologista. Dentro di sé avviene
qualcosa di misterioso, di incomprensibile, che lo stravolge e lo coinvolge.
Come una calamita che attrae i pezzetti di ferro, così Andy attrae Davide.
E lo attrae a tal punto che Davide, approfittando della carta di credito che
gli ha prestato il fratello Loris (Luca Marinelli), lo insegue fino alla fine
del mondo, in Patagonia, nel Cile, la patria del grande poeta Pablo Neruda (Mi
piaci quando taci perché sei come assente, …) , dove ancora si avvertono i
postumi violenti della violenta dittatura di Pinochet, e dove Andy si è recato,
come dice lui, per “morire” dinanzi al ghiacciaio di san Rafael, un gigante che
con la sua altezza di 200 metri si sfalda a poco a poco riversandosi sul mare. Uno spettacolo eccezionale che fa comprendere quanto la Natura
sia bella, travolgente e da rispettare. “Ci sono luoghi che chiamano in sé in
modo strano e irrituale. Ti mettono nel mirino e con il loro fascino svuotano
lentamente ogni resistenza all’abbandono” dice a riguardo il regista. Davide va a
cercare Andy inspiegabilmente? Per
amore si può andare fino alla fine del mondo e la spiegazione, forse stranamente,
la si può trovare nell’equazione di Dirac che è l’equazione più bella della
fisica che sancisce il seguente principio: “Se due sistemi interagiscono tra
loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più
essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un
unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad
influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce”.
Ovviamente, sulla base di ciò,
viene spontaneo, estrapolando tale principio e applicandolo alle relazioni
umane, affermare che “Se due persone interagiscono tra loro per un certo tempo
in cui si verifica l’instaurarsi dei sentimenti reciproci di amicizia o di
amore, e poi vengono separate, esse non possono essere descritte come due
persone distinte ma, in qualche modo diventano un’unica persona. In altre
parole, quello che accade a una di loro continua ad influenzare l’altra, anche
se distanti chilometri o anni luce”. “Le storie dovrebbero iniziare in
un altro modo senza far male a nessuno” e,
invece, Loris è costretto a recarsi alla ricerca del fratello, lasciando
la moglie incinta e affrontando diverse peripezie pericolose, finché lo trova e
scopre che Davide è gay. “Sono gay,
Loris” gli dice di botto Davide superando definitivamente la paura di
esplicitare a un componente della sua famiglia, il fratello maggiore, la sua
naturale diversità e mostrando di aver acquisito quella libertà che gli era
negata nel paesino dove era nato e cresciuto. Loris, ovviamente, per necessità
è costretto a vivere in un ambiente di “diversi” e di ecologisti dove conosce
Ana (Manuela Martelli). Là si accorge che dal punto di vista umano costoro non
sono così “diversi” dagli altri, anzi lottano con coraggio per la difesa
dell’ambiente, tant’è che ad un certo punto Loris percepisce che nel rapporto
con il fratello la sua vita è cambiata e anche il suo modo di pensare quando afferma
che “Io non sono come voi, ma non sono
contro di voi”.
Il film nell’incipit
risulta condotto in modo un po’ frettoloso tale da disorientare inizialmente lo
spettatore (la rapidità, ad esempio, della scena in cui compare Barbora
Bovulova confonde), mentre per il resto dimostra una sceneggiatura ben
costruita e la bravura del regista nell’uso della macchina da presa. Bravi sono
risultati anche i due protagonisti principali, Luca Martinelli e Filippo
Scicchitano, già noti al grande pubblico del cinema per essere stati
protagonisti in film di successo rispettivamente in “La solitudine dei numeri
primi” (2010) di Saverio Costanzo, e in “Scialla” (2011) di Francesco Bruni. Il
film “Il mondo fino in fondo” è stato presentato fuori concorso nella sezione
autonoma e parallela del Festival Internazionale del Cinema di Roma (2013) “Alice
nella città”.
Etichette:
film italiani,
La solitudine dei numeri primi
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