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venerdì 26 gennaio 2018
“Chiamami con il tuo nome”, un’apologia eraclitea dell’amore
Titolo:
Chiamami con il tuo nome
Titolo
originale: Call Me by Your Name
Regia: Luca Guadagnino
Sceneggiatura: Luca Guadagnino, James
Ivory, Walter Fasano
Soggetto: André Aciman (dal
romanzo Call Me by Your Name, 2007)
Produzione Paese: Italia,
Francia, Brasile, USA
Musiche:Sufjan Stevens
Cast: Timothée Chalamet, Armie Hammer, Michael
Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victoire Du Bois, […]
È una calda estate, quella dell’agosto 1983, quando il
socialista Bettino Craxi diventa Presidente del Consiglio
realizzando il Compromesso storico. In quel
mese, nella campagna di una città del Nord Italia, Crema, si svolge la vita di
Elio (Timothée
Chalamet), un giovane molto colto che legge
libri, trascrive musica, fa il bagno al fiume, esce la sera, … ma poco sa delle
cose importanti, mentre sta in vacanza con i genitori nella villa della
madre Annella (Amira
Casar). Suo padre Lyle (Michael Stuhlbarg) è un archeologo, professore
universitario, che annualmente ospita uno studente straniero per completare la
tesi. Quell’anno tocca a Oliver (Armie Hammer), un giovane statunitense, molto
bravo in filologia a tal punto che mette in difficoltà il professore Lyle a
proposito dell’etimologia della parola albicocca. Oliver, un bell’uomo, dal
corpo atletico, slanciato, vigoroso, si sente subito a proprio agio in
quell’ambiente e fa senza indugio amicizia con Elio. Costui a prima vista viene
attratto dal giovane americano e gradualmente, scrutando nel proprio animo, si
rende conto che quell’attrazione è qualcosa che lo sconvolge perché si trasforma
in un desiderio incontrollabile. La
natura ha metodi ingegnosi per scovare il nostro punto debole quando “Eros fa centro in una persona con la sua freccia dalla
punta dorata” – direbbero gli antichi Greci. Tuttavia di primo acchito, per un
pregiudizio innato e per una questione di intimità, Elio è frenato dalla
razionalità che lo costringe a vivere nel desiderio della bellezza prestante di
Oliver ma anche nell’ambiguità, come la statua di bronzo pescata a Sirmione, nelle acque del lago di
Garda, di cui Lyle
dice: Muscoli sodi. Non c'è un corpo
dritto in queste statue, sono tutti curvi; a volte impossibilmente curvi e così
indifferenti, da questo nasce la loro ambiguità senza tempo, come se ti
sfidassero a desiderarli. A poco a poco, però, in Elio quel desiderio si fa sempre di più
impetuoso e travolgente, come una cascata che vista in lontananza sembra
inconsistente ma che, quando ci si avvicina, essa evidenzia tutta la sua
irruenza che scava e travolge ogni cosa. Un desiderio represso che fa stare
male e che si tende a soffocare al suo nascere. Lyle per confortare il figlio
Elio, infatti, gli confida che in tali
casi Stai male e ora vorresti non provare
nulla, forse non hai mai voluto provare nulla, ma ciò che ora provi io lo
invidio. Soffochiamo così tanto di noi per guarire più in fretta, così tanto
che a 30 anni siamo già prosciugati e ogni volta che ricominciamo una nuova
storia con qualcuno diamo sempre di meno, ma renderti insensibile così da non
provare nulla, è uno sbaglio. E per non sbagliare Elio e Oliver si liberano
finalmente dall’ambiguità che li ingabbiava, e nessuno ostacolo incontrano nel
loro rapporto neppure in quello che avevano intrapreso con le loro rispettive
ragazze, Marzia (Esther Garrel) e Chiara (Victoire Du Bois), tant’è che i due novelli
amanti, durante un rapporto amoroso, si scambiano i nomi: Chiamami con il tuo nome e io ti chiamerò
con il mio, che equivale a scambiarsi l’anima: dammi la tua anima e io ti
darò la mia. Questo è il filo conduttore di un delicato, grazioso e
intelligente film come Chiamami con il tuo
nome del regista Luca
Guadagnino, il cui soggetto è stato tratto dal romanzo Call Me by Your Name (2007) di André Aciman. In
esso, come avviene tra Adele ed Emma nel film “La vita di Adele” (2013) di
Abdellatif Kerchiche, l’amore assoluto viene osannato tramite l’amore
omosessuale. Un
film, dunque, che dà all’amore la sua magnifica essenza: la divinità, quella divinità
che, come sosteneva il filosofo greco Eraclito, vissuto tra il sesto e il
quinto secolo a.C., è giorno-notte, inverno-estate, guerra-pace,
sazietà-fame. Ed essa muta come il fuoco, perché il fuoco ogni cosa cancella mentre il dolore e la nostalgia si
fanno grandi. Essa, dunque, va colta senza perdere tempo, dato che
l’essere è in continuo divenire, in quanto non si può discendere due volte nel medesimo
fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo
stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si
disperde e si raccoglie, viene e va. Per questo non va soffocato quello slancio
passionale che trascendendo in un attimo diventa eterno.
Guadagnino, che nel precedente film Io sono l’amore (2009) mette in risalto il confronto tra due mondi
sociali incompatibili, quello della borghesia e quello della classe operaia, ma
che vengono congiunti dall’amore, e che in A
Bigger Splash (2015) mette in risalto il dramma della gelosia conseguente all’amore,
con Chiamami con il tuo nome completa
magnificamente la sua trilogia del
desiderio in quanto in esso descrive la realizzazione del desiderio che
sfugge agli schemi preconfezionati.
Il regista, grazie alla sceneggiatura singolare di James Ivory e tramite l’apporto
sinergico della musica Sufjan Stevens con i tre pezzi, Mystery of Love, Vision
of Gideon e Futile Devices, che ne costituiscono la colonna sonora, confeziona
un film che coinvolge e stravolge nel contempo lo spettatore.
Chiamami con il
tuo nome ha ottenuto quattro nomination al
Premio Oscar 2018, due nomination al Golden Globe 2018 e quattro al British
Academy, Film Awards 2018.
Filmografia
The Protagonists (1999), Melissa P. (2005), Io sono l’amore
(2009), A Bigger Splash (2015).
Francesco Giuliano
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