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domenica 19 gennaio 2014

Roberto Faenza in “Anita B.” narra la lotta di una giovane donna contro lo strapotere del maschio

Titolo: Anita B.
Regia:  Roberto Faenza
Soggetto: Edith Bruck
Produzione: Italia, USA, Ungheria, 2014

Cast: Eline Powell, Robert Sheehan, Andrea Osvart, Antonio Cupo, Nico Mirallegro,  Clive Riche, Guenda Gloria, Moni Ovadia, Jane Alexander, […]
Il film è tratto dal romanzo "Quanta stella c'è nel cielo" di Edith Bruck e racconta le vicissitudini di Anita (Eline Powell), una ragazza ebrea, di origine ungherese, internata, assieme ai genitori, nel campo di sterminio di Auschwitz durante la seconda guerra mondiale, e per fortuna scampata all’eccidio, a differenza dei genitori. Subito dopo la guerra (1945), Anita viene accolta nella casa della zia Monika (Andrea Osvart), in Cecoslovacchia, dove le è fatto divieto assoluto di parlare del passato e delle inaudite violenze che gli ebrei hanno sofferto nei campi di sterminio nazisti. Vedendo il film emergono conseguentemente due posizioni, a cui lo spettatore è chiamato a rispondere. Sarà preferibile non ricordare il passato, annullarlo come se nulla fosse avvenuto, per non far soffrire ulteriormente chi è sopravvissuto alle atrocità naziste e per non far angosciare i nascituri o i neonati, opinione questa sostenuta dalla zia Monika, oppure il passato non dovrà essere cancellato, anche se il ricordo ripristina nell’animo della gente il dolore sofferto, per evitare che si riverifichi l’orrenda barbarie dei nazisti sofferta dagli scampati, che è la posizione di Anita?
Un’altra domanda che lo spettatore si pone, durante lo scorrere della pellicola, è quella relativa all’attaccamento e alla simpatia che si instaurano tra un uomo e una donna. Dove sta il confine tra il sentimento che si chiama amicizia -  quello che Anita sente per David (Nico Micallegro) -  e quello che si chiama amore, che determina il concepimento di un figlio conseguente al rapporto sessuale tra Anita e Eli (Robert Sheehan), il fratello dello zio Aron (Antonio Cupo), con il quale la ragazza divide la stanza da letto? E un’altra domanda ancora che il film pone allo spettatore: Può una madre abortire contro la sua volontà per soddisfare le pretese del padre? Meno male che a questo mondo non sempre il male predomina sul bene, così come è avvenuto purtroppo durante il triste periodo che ha visto l’Europa insanguinata per colpa della violenza  nazista e dell’ignoranza fascista. Capita talvolta che,  quando si è persa ogni speranza, si incontrano persone positive,  caratterizzate  cioè da profonda umanità e grande sensibilità, come il medico ginecologo (Clive Riche), che danno aiuto e vigore a chi si trova dinanzi a gravi impedimenti.
Anita, pur essendo giovane, dimostra di avere una forza d’animo eccezionale e determinata che cerca, così come Sabina nel film “Prendimi l’anima” (2003) diretto dallo stesso regista, di far emergere la propria identità lottando strenuamente contro i pregiudizi e lo strapotere del maschio.