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venerdì 11 gennaio 2013

Oggi ci ha lasciato Mariangela Melato, una grande attrice da non dimenticare.



Oggi è morta, dopo una lunga malattia, l’attrice Mariangela Melato. Aveva 71 anni e, il 19 settembre prossimo ne avrebbe compiuti 72. E dispiace quando i migliori vanno via per sempre perché lasciano nel dolore e nella desolazione chi li ha voluti bene. E Mariangela Melato era una delle migliori attrici italiane.

Conobbi per la prima volta Mariangela Melato e le sue spiccate e poliedriche qualità di attrice valente e versatile quando andai a vedere il bellissimo film tragicomico di Lina Wertmuller, “Mimì metallurgico ferito nell’onore” (1972), dove interpretava “Fiore”, l’amante di Carmelo Mardocheo, recitato da un altro grande attore, Giancarlo Giannini. Per questo film le venne assegnato il Nastro d’Argento 1973 come migliore attrice, dopo aver ottenuto l’anno precedente, per la sua recitazione in un altro bel film “La classe operaia va in paradiso” (1972) di Elio Petri, il primo Nastro d’Argento della sua carriera. Mi piace ricordarla con i suoi primi più bei film, ora che ci ha lasciato, quando agli inizi degli anni settanta iniziava la sua brillante carriera di attrice cinematografica, che l’ha portata via via al successo e alla popolarità, facendola diventare un mito dello spettacolo italiano. Due anni più tardi, nel 1974, interpretava una ricca signora borghese di Milano, Raffaella Pavoni Lanzetti, sempre in coppia con Giancarlo Giannini (Gennarino Carundrio, il rozzo marinaio meridionale comunista a cui Raffaella si è assoggettata perdutamente per sesso e per amore) nel film che ritengo un capolavoro di Lina Wertmuller, “Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto”. Chi può dimenticarsi di quei dialoghi particolari, che da una parte (Raffaella Pavoni Lanzetti) avevano un linguaggio raffinato, aristocratico e lessicalmente ricco e dall’altra (Gennarino Carundrio) un linguaggio grezzo, rustico, volgare. Dialoghi che hanno divertito e che sono rimasti latenti nella mente dello spettatore, e dei quali riporto una breve parentesi.

<< Raffaella: “Sì ti prego amore, tu sei il mio primo vero uomo…sodomizzami!
Gennarino: “Senti un po’, brutta fitusa borghese carugnona: ma tu lo fai apposta per farmi sentire ignorante con ‘ste parole difficili! Ma questa cosa che porcheria è, che nun te capisco? ! Che caspita sarebbe?” >>

 

Ovviamente la sua carriera successiva godrà di altri bei film che le permetteranno di ottenere tanti altri premi come migliore attrice:

-         David di Donatello con i seguenti film: “La poliziotta” (1975) di Steno, “Caro Michele” (1977) di Mario Monicelli, “Il gatto” (1978) di Luigi Comencini, e “Aiutami a sognare” (1981) di Pupi Avati.

-         Nastro d’Argento, in aggiunta a quelli già indicati, con i seguenti film: “Caro Michele” e “Aiutami a sognare”, e poi “Dimenticare Venezia” (1979) di Franco Brusati.

Verso la fine degli anni novanta, dopo essere stata brava interprete nel film “Un uomo perbene” (1999) di Maurizio Zaccaro e nel film di Mario Monicelli, “Panni sporchi” (1999), ritornò al teatro, la sua grande passione, dove ha mostrato fino agli ultimi tempi la sua grande versatilità di attrice, ballerina, cantante.