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venerdì 1 dicembre 2017
In “Smetto quando voglio – Ad honorem” la proposta della “Terza cultura” in chiave cinematografica
Titolo:
Smetto quando voglio – Ad honorem
Regia:
Sydney Sibilia
Sceneggiatura:
: Sydney Sibilia, Francesca Manieri, Luigi Di Capua
Produzione
paese: Italia 2017
Cast: Edoardo Leo, Luigi Lo Cascio,Valerio Aprea, Paolo Calabresi,
Libero de Rienzo, Stefano Fresi, Pietyro Sermonti, Marco Bonini, Rosario Lisma,
Giampaolo Morelli, Luigi Lo Cascio, Greta Scarano, Valeria Solarino, […]
Il
film “Smetto quando voglio – Ad honorem” del giovane regista e sceneggiatore salernitano Sydney Sibilia chiude l’esilarante
e fortunata trilogia, molto apprezzata anche per la sua originalità dal
pubblico cinefilo; trilogia che inizia con il prequel “Smetto quando voglio” (2014), in cui si raccontano gli antefatti della storia, e
segue con “Smetto quando voglio – Masterclass” (febbraio 2017).
In quest’ultimo film, che mantiene il carattere brioso dei precedenti, alla solita banda di cervelloni, guidata dal creativo e ideatore Pietro Zinni
(Edoardo Leo), si unisce il fosco boss dalla faccia deturpata dal vetriolo Claudio
Felici, detto Er Murena, (Neri Marcorè), per un’impresa altamente umanitaria
che li affrancherebbe moralmente dagli intercorsi fatti criminali perché ci sta in giro una persona pronta a fare una
strage con il gas nervino Sofox, durante la cerimonia di assegnazione di una Laurea honoris causa presso l'Università La Sapienza. Dovrebbero indagare e impedire, secondo Zinni, questo
sospetto atto terroristico ad opera dell’ex professore universitario Walter Mercurio
(Luigi Lo Cascio), ma nessuno gli crede neppure la sua compagna Giulia (Valeria
Solarino) né l’ispettrice di polizia criminale Paola Coletti (Greta Scarano). Perché
non ci sono prove. La banda è, come sempre, composta dai migliori geni
universitari, squattrinati e rimasti senza lavoro che, invece, meriterebbero di
professare secondo la propria competenza degnamente per il bene di tutti. Essi coprono in modo esaustivo le
varie sfaccettature culturali del mondo accademico, costituendo così, nel
complesso, un movimento di “terza cultura” in cui si ha implicitamente l’unione della
cultura umanistica con quella scientifica. Un suggerimento questo che dovrebbe
fare pensare alle istituzioni governative che l’esistente compartimentazione
culturale, chiusa in se stessa, ha inibito e continua a inibire lo sviluppo economico e quindi lavorativo del
paese Italia. Infatti, oltre al
neurobiologo Zinni, operano in modo coordinato e armonico i due latinisti
Mattia Argeri (Valerio Aprea) e Giorgio Sironi (Lorenzo Lavia), il chimico
Alberto Petrelli (Stefano Fresi),l’antropologo Andrea De Sanctis (Pietro Sermonti),
l’archeologo Arturo Frantini (Paolo Calabresi), l’economista Bartolomeo Bonelli
(Libero dei Rienzo), il medico anatomista Giulio Bolle (Marco
Bonini), il professore Lucio Napoli (Giampaolo Morelli) e l’avvocato di diritto
Vittorio (Rosario Lisma), costituendo così una banda di dieci cervelloni tra i quali si instaura un coordinamento
eccezionale e altamente efficace.
Un film sicuramente molto divertente, che esamina criticamente la situazione amministrativa universitaria, e che fa
meditare sull’annoso problema dei migliori ricercatori italiani che, rimasti
senza lavoro, come in questa storia potrebbero adoperare la propria creatività a fini criminali o a fini
umanitari. Un miscellanea intrisa di passionalità e di razionalità, dove l’aspetto
preoccupante e serio della condizione paradossale, in cui si trovano i giovani
di oggi, viene affrontato con una leggera profondità o con una profonda
leggerezza di vedute.
Francesco Giuliano
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