var _gaq = _gaq || []; _gaq.push(['_setAccount', 'UA-26218038-5']); _gaq.push(['_trackPageview']); (function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://ssl' : 'http://www') + '.google-analytics.com/ga.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();

domenica 23 settembre 2012

Nel film “Il rosso e il blu” Giuseppe Piccioni mette in risalto l’importanza e il valore della scuola pubblica italiana

Titolo: Il rosso e il blu
Regia: Giuseppe Piccioni
Soggetto: Marco Lodoli
Sceneggiatura: Giuseppe Piccioni, Francesca Manieri
Produzione: Italia, 2012
Cast: Margherita Buy, Roberto Herlitzka, Riccardo Scamarcio, Silvia D’Amico, Lucia Mascino, Davide Giordano, Nona Torresi, Ionu Paun, Gene Gnocchi, […]



Questo di Giuseppe Piccioni ,“Il rosso e il blu”,  che rimanda ai colori con i quali si segnano gli errori lievi e gli errori gravi di un elaborato scolastico, è un film sulla scuola italiana tratto dall’omonimo libro di Marco Lodoli che, oltre ad essere scrittore e giornalista, è soprattutto un insegnante. Vi si descrive la scuola italiana tanto bistrattata e depauperata di tutti quei valori inestimabili e sacrosanti che essa si è costruita via via nel tempo, dove emerge la contrapposizione manifestamente tra la comprensione, la disponibilità al dialogo e la condiscendenza mostrate dal prof. Prezioso (Riccardo Scamarcio), giovane supplente di Italiano e Storia, con il disappunto, il disamore, l’indifferenza e il cinismo del prof. Fiorito (Roberto Herlitzka) insegnante di Storia dell’arte, ormai prossimo alla pensione. A cui si aggiunge il comportamento timoroso e insicuro della preside Giuliana (Margherita Buy) che, piuttosto che fare i conti con il suo nuovo ruolo di dirigente, deve sopperire personalmente a quei compiti che sono di norma demandati ad altre figure professionali della scuola, come i “bidelli” o meglio i “collaboratori scolastici”, a cui è assegnato, tra l’altro, il compito di aprire la scuola o di mettere la carta igienica nei bagni degli studenti. Si tratteggiano nel film i connotati scolastici attuali come la mancanza di punti di riferimento certi, cioè di punti fiduciali da cui partire, o come il disordine in contrapposizione a quell’ordine, a quell’armonia, a quell’educazione, a quell’equilibrio interiore che dovrebbero rappresentare i pilastri della Cultura e quindi di un’istituzione altamente formativa ed educativa come la Scuola.
Film recentissimi hanno parlato recentemente di scuola, come “Lezioni di sogni” di Sebastian Glober (Germania, 2011), che per certi aspetti ricalca la trama del famosissimo ”Attimo fuggente” di Peter Weir, dove emerge il contrasto tra i metodi didattici anticonvenzionali, informali e insoliti, ma efficaci, e l’intolleranza  dei genitori “benpensanti” retrogradi e conservatori, oppure come il film “Detachment” di Tony Kaye  (USA, 2011), dove viene marcato piuttosto l’atteggiamento di “distacco” dei docenti nei confronti dei loro studenti che vengono difesi a spada tratta dai loro genitori che imprecano su tutte le figure professionali della scuola con una violenza gratuita e ingiustificata, denigrandola. A differenza di tutto ciò, “Il rosso e il blu”, invece di rimarcare i malanni ancestrali della scuola italiana, a cui accenna soltanto (tra cui la profonda ignoranza diffusa tra gli studenti, la fatiscenza degli edifici, la mancanza delle cose più essenziali come le penne o la carta igienica o le fotocopie, la strumentazione didattica fuori uso, laboratori inesistenti, a cui si aggiunge la frustrazione endemica degli insegnanti), cerca di proporre quale sia la cura della nostra scuola malata. Tale cura, che consiste nell’alimentare il comportamento del prof. Prezioso e nel trasformare il cinismo del prof. Fiorito in interesse e partecipazione attiva, si basa nel promuovere innanzitutto la realizzazione di un rapporto empatico essenziale tra il docente e lo studente, premessa necessaria alla motivazione e quindi allo studio di quest'ultimo, e si fonda nel privilegiare il merito e nel rivalutare il ruolo degli insegnanti. Di costoro, a partire dalla metà degli anni settanta, le istituzioni hanno determinato gradualmente la perdita della dignità professionale, generando umiliazione, frustrazione, depressione, demotivazione, disinteresse, cinismo e annullamento del loro prestigio sociale, e, conseguentemente, inefficacia della loro azione nella trasmissione della cultura con indubbio impoverimento culturale dei giovani e quindi dell’Italia che, a causa di ciò, è stata travolta e dominata da una squallida e deprimente sottocultura. Oserei dire che tutto ciò, in parte, ha determinato la situazione catastrofica civile e morale in cui è caduto il nostro Paese. Il regista Giuseppe Piccioni, infatti, sostiene che “bisogna difendere ad oltranza il valore della scuola pubblica, del diritto dei giovani a poter accedere alla cultura”. Senza la Cultura, infatti, il paese è destinato ad impoverirsi ulteriormente dando spazio all’arroganza degli ignoranti. Per  questo “Il rosso e il blu” è un film che dovrebbero vedere non solo studenti e insegnanti ma tutti i cittadini al fine di comprendere a fondo il ruolo fondamentale della scuola a difesa della Cultura, o meglio della trasmissione della Cultura che è linfa vitale per un futuro prospero e vivibile del nostro bel Paese. Per questo “Il rosso e il blu” è un film che fa intravedere che la Scuola può uscire dal lungo tunnel in cui si trova.