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giovedì 10 maggio 2018
“A Beautiful Day– You Were Never Really Here” descrive come un individuo vissuto in un ambiente violento possa assurgere al “Paradiso”
Titolo: A Beautiful Day
– You Were Never Really Here
Titolo originale: You
Were Never Really Here
Regia: Lynne Ramsay
Sceneggiatura: Lynne
Ramsay
Soggetto: Jonathan Ames
(dal libro Non sei mai stato qui)
Musiche: Jonny
Greenwood
Produzione Paese: UK
2017
Cast: Joaquin Phoenix,
John Doman, Judith Roberts, Alex Manette, Ekaterina Samsonov, Alessandro
Nivola, [...]
Joe
(Joaquin Phoenix), un reduce di guerra con un infanzia molto sofferta e con
un’esperienza basata sulla violenza che lo angosciano continuamente, è
l’introverso protagonista, avvolto da un alone di mistero almeno nella parte
iniziale di questo thriller, la cui pellicola man mano che si srotola ne mette
a nudo il carattere e la profonda umanità. Fa il sicario sotto ordinazione
mettendo in evidenza la sua netta brutalità, ma al tempo stesso la dolcezza e
l’amore nell’accudire con cura e attenzione la vecchia madre (Judith Roberts)
con la quale vive nella sua casa, mostrando così la sua duplice indole
mite-crudele. Tutto procede in tal senso finché il senatore Votto (Alex
Manette) di New York, tramite un intermediario, gli chiede di rintracciare la giovanissima
figlia Nina (Ekaterina Samsanov), che è stata rapita da un’organizzazione
criminale che introduce le minorenni alla prostituzione, e di liberarla dietro
un forte compenso in denaro. Joe accetta e da quel momento si rende conto della
diffusa criminalità e del latente malcostume a tutti i livelli sociali che come
una cancrena insanabile si insinuano nella città.
Joaquin
Phoenix, che abbiamo visto nelle vesti angeliche di Gesù nel film “Maria
Maddalena” di Garth Davis (2018), in questo film cambia “carne” e veste
magnificamente e con grande effetto la maschera di un individuo che è tutto all’opposto del Messia evangelico. Il suo
corpo muscoloso, maltrattato, cicatrizzato e deforme mette a nudo in modo
palese la violenza ricevuta e provocata mentre i suoi vestiti sudici e
strappati con il suo volto che esprime una sofferenza mai sedata entrano in risonanza
con l’ambiente di una città che sembra estranea al significato intrinseco di
umanità. Lynne Ramsay crea con accortezza e magistrale cura un ambiente che appare
irreale nella sua netta e cruda realtà crudele e nefasta, in cui Joe si muove
lentamente ma con fermezza spinto dalla sua frenesia violenta che appare
inarrestabile, sebbene basti un soffio gentile, uno sguardo innocente, una
carezza, una richiesta d’aiuto a capovolgere i sentimenti di una persona
bistrattata fino a quel momento. Senza fragore ma con un’appena accennata temperanza,
non sensazionale azione ma un’umana e innata spinta, non turbamento
irrefrenabile ma pacatamente interiore si ha la rivelazione di un umano sentire
che era stato represso e che emerge senza ostacoli dando nuovo vigore alla vita
in un a beautiful day.
Il film, in concorso per la Palma d’Oro al Festival
del Cinema di Cannes 2017, ha vinto il Premio per la Migliore sceneggiatura, e
il Premio per Migliore attore a Joaquin Phoenix.
Filmografia
Small Deaths (1996),
Kill the Day (1996), Gasman (1998), Ratcatcher – Acchiappatopi (1999), Morven
Callar (2002), … e ora parliamo di Kevin (2011), Swimmer (2012).
Francesco Giuliano
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