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domenica 4 giugno 2017
“Quello che so di lei” o sull’incontro/scontro di due donne e sul loro dialettico confronto
Titolo:
Quello che so di lei
Titolo
originale: Sage femme
Regia
e sceneggiatura: Martin Provost
Produzione
Paese: Francia, 2017
Cast:
Catherine Frot, Catherine Deneuve, Olivier Gourmet, Quentin Dolmaire, Myléne
Demongeot, Pauline Etienne, Pauline Parigot, Audrey Dana, Marie Paquin, Marie
Gili-Pierre, Jeanne Rosa, Élise Oppong, […]
“Quello
che so di lei” è un film quasi tutto al femminile, avulso da femminismo, che
esalta la donna sia per la sua innata e profonda sensibilità che per la sua
grande capacità di amare intensamente al di là degli screzi e dei preconcetti,
e dove l’uomo, anche se appare una figura marginale, assume un significato essenziale
nella storia raccontata, storia che ha inizio dall’incontro di due donne che non
si vedevano da trentasei anni. L’una, la più giovane, Claire (Catherine Frot), quarantanovenne,
è una donna equilibrata, rispettosa, saggia, che esercita la professione di ostetrica
con devozione e passione e che misura le parole prima di parlare, l’altra, molto
più anziana, Beatrice (Catherine Deneuve), invece, appare squilibrata,
insensata, senza punti di riferimento, avventata nel modo di agire e di pensare,
senza lavoro e con tanti debiti che cerca, a volte con successo, di sanare con
il gioco d’azzardo. Claire, nel loro primo incontro, dimostra subito di mal
sopportare Beatrice, rea, a suo modo di vedere, di avere indotto, anche se
involontariamente, al suicidio suo padre dopo averlo abbandonato senza ragione:
“- Dimmi di lui, che cosa fa ora?” Chiede Beatrice. - “… è morto! Poco dopo che te ne sei andata!”
Le risponde con rancore Claire.
Gradualmente,
però, dai continui incontri-scontri e dai dialoghi mordaci tra le due donne, caratterizzati
da frasi come queste - “Hai sempre dimostrato più della tua età”, “Quando sarò
morta, puoi buttarmi nella Senna, se vuoi! Ti segnalo che la Senna sta tornando
ad essere pulita”, “Sei bella quando ti arrabbi ma quell’impermeabile non
si può guardare, te ne compro un altro!, ecc.” -, cresce e si approfondisce
quella conoscenza vicendevole che prima era stata impedita loro da diversi
fattori, quali la grande differenza d’età, la diversità di comportamento, e
anche perché Claire era figlia dell’amante di Beatrice. Ciò induce pian piano Claire
a instaurare un rapporto empatico con Beatrice e a curarla come una figlia accudisce
la madre, soprattutto perché ne sente il bisogno dato che la madre l’ha
abbandonata sin dalla tenera età.
Quel
distacco iniziale, che sembrava insanabile e ostile, si trasforma in un legame
indissolubile, in un volersi bene, perché l’una trova nell’altra la
soddisfazione delle proprie aspettative personali di affetto e il riempimento
di una mancanza che si era creata per pregiudizio e per assenza di conoscenza.
Il
film ha uno stampo di natura biografica in quanto il regista, che ne ha scritto
pure la sceneggiatura, con questo film osanna la figura di quell’ostetrica che,
quando lo fece nascere, non solo gli donò il sangue per evitare che morisse ma
anche ne denunciò la nascita all’anagrafe al popsto del padre.
Filmografia
Tortilla y Cinema (1997), Le ventre de
Juliette (2003), Seraphine (2008), The Long Falling
(2013), Violette (2013).
Francesco Giuliano
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