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giovedì 20 ottobre 2011

L'uomo in più



La Napoli degli anni ’80, questo è lo scenario che fa da sfondo al primo lungometraggio da regista e sceneggiatore di Paolo Sorrentino, presentato con grande successo alla Mostra del Cinema di Venezia (2001). La storia è liberamente ispirata alle vicende di Agostino Di Bartolomei (il calciatore), Peppino Gagliardi e di Franco Califano (il cantante) e racconta la vita di due omonimi Antonio Pisapia e Tony Pisapia all’apice delle loro carriere, il primo calciatore di serie A dalla personalità timida e pacata con il sogno di diventare un allenatore rivoluzionario, il secondo Tony, un famoso cantante molto amato dalle donne, sicuro di se, privo di moralità, al punto di sentirsi invincibile. Entrambi vivranno parallelamente la scalata al successo e il violento declino, che li farà precipitare nel baratro, gli infonderà un “mal di vita” che non li abbandonerà mai, causato dall’ insopportabile limitazione di essere considerati “L’uomo in più” senza l’opportunità di riavere un posto nel mondo. Le loro vite, si sfioreranno quel tanto che basta da segnare un epilogo che contrassegnerà le loro personalità; portando uno a un tragico destino, e l’altro a un’alternativa vissuta come una rivincita , racchiusa nella frase "la vita è 'na strunzata". Sorrentino riesce a far scorrere una storia di doppi (profondamente diversi) con una linearità di scene che sembra non voler sconvolgere mai, ma che riesce a toccare l’animo attraverso la profonda solitudine e tristezza che trapela nella ricerca ossessiva di un riscatto in una Napoli spietata , interpretata da un grande Andrea Renzi e Tony Servillo che conquista e ammalia come il protagonista. Questo film ha dato inizio alla prima collaborazione con la casa di produzione Indingo Film, la quale ha seguito anche le successive pellicole firmate dal regista.





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