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giovedì 14 novembre 2013
Si respira aria di ‘ndrangheta nel film di Fabio Mollo “Il Sud è niente”
Titolo: Il Sud è niente
Regia: Fabio Mollo
Sceneggiatura: Fabio Mollo, Josella Porto
Produzione: Italia/Francia 2013
Cast: Miriam Karlkvist, Vinico Marchioni, Valentina
Lodovini, Andrea Bellisario, Alessandra Costanzo, Giorgio Musumeci, […]
L’immobilismo, il dire
e il non dire, il vestito di rabbia di cui non ci si può spogliare, l’incapacità
di resistere ad un mostro invisibile, il parlare con sguardi colmi di cinismo, le
metafore feroci e ricche di significato aggressivo, l’annientamento della
personalità, la sfiducia insita nei comportamenti (“… il sud è niente e niente
succede … non siamo niente …”), la voce del silenzio che si fa violenza, la violenza
che veste ogni cosa e che si coglie nel saluto e nei gesti, nei regali, nei
convenevoli, nelle azioni “amichevoli”, il rapporto ambiguo tra mafia e Chiesa,
l’assenza di ribellione ai violenti, la speranza di un riscatto che non verrà
mai, la voglia di lasciare tutto, la rinuncia dei vecchi di riscattarsi assieme
alla voglia di restare dei giovani che vogliono lottare per una società
migliore, tutto questo e altro emerge in questo lungometraggio, opera prima del
regista calabrese Fabio Mollo, un racconto di “realismo magico”.
Dice il regista “Il Sud
è niente è la storia di un Sud che è più emozionale che geografico”, dove
Grazia (Miriam Karkvist) ricerca disperatamente il fratello, la cui scomparsa è
immersa nel silenzio del padre Cristiano (Vinicio Marchioni) e della nonna
(Alessandra Costanzo) che, durante una visita al figlio e alla nipote, prepara come
dolci “gli ossi dei morti”, manifestando metaforicamente che qualunque cosa si tenti di fare al Sud risulta inefficace e inutile.
La ricerca continua del
fratello, materiale ma anche sentimentale, incomincia nel mare e termina col
mare dello Stretto di Messina, dove come in un grembo materno Grazia si ribella, riceve la
linfa vitale di “ritrovare se stessa e scoprire la sua identità” e di lottare “per riprendere possesso del proprio futuro e
riportare speranza là dove prima non c’era altro che silenzio”. E questa ribellione
richiama alla mente “I cento passi” (2000), il film di Marco Tullio
Giordana, dove la frase prepotentemente pronunciata da Peppino (Luigi Lo
Cascio) introduce chiaramente l’ambiente familiare e ambientale in cui nascono
e vivono i giovani del Sud “Mio padre, la mia famiglia, il mio paese!
Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! …
Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia
troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più
di niente!”
Nel film, che è condotto
magistralmente da Fabio Mollo, si coglie anche un cenno sul rapporto ambiguo
tra mafia e Chiesa, messo in risalto dalla eterogenea partecipazione alla processione
del santo patrono del paese, rapporto che recentemente è descritto pure da
Nicola Gritteri e Antonio Nicaso nel saggio “Acqua Santissima”.
Bravissima è risultata
nel suo primo impegno cinematografico la ventunenne italo-svedese Miriam Kalrkvist.
Eccellente la partecipazione di Vinicio Marchioni.
La sceneggiatura del
film ha partecipato alle selezioni del Festival de Cannes- Cinefondation 2011, al
Berlinale Talent Project Market 2011, al Festival di Torino – Torino Film Lab
2010 e al Festival di Roma – NCN 2010.
Il film uscirà nelle
sale il 28 novembre 2013.
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