Titolo:
Gorbaciof
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Regia: Stefano Incerti
Produzione: Italia, 2010
Cast: Toni Servillo, Hal Yamanouchi, Yang Mi, Geppy
Geijeses, Gaetano Bruno […]
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sabato 7 settembre 2013
In “Gorbaciof" sacro e profano si mescolano in un labirinto molto aggrovigliato
Ieri sera su Rai3 (6.9.13) è stato trasmesso trasmesso, in prima serata,
il film di Stefano Incerti, un’opera inconsueta nel suo genere sia per la
sceneggiatura che per il contenuto. Il titolo che fa ricordare l’ultimo
presidente sovietico, “Gorbaciof” (2010), è il soprannome del personaggio
principale del film, Pacileo. Soprannome dovuto al fatto che questi porta sulla
fronte una macchia, l’unica sola cosa che lo accomuna con l’illustre
personaggio politico. In questo film (presentato al 66° Festival di Venezia
nella sezione Fuori Concorso), Incerti con il suo stile originale e
inconfondibile, che non trascura neppure i minimi particolari, ricostruisce una storia nell’unica vera grande metropoli,
Napoli, che è una metafora italiana, dove il sacro si mescola con il profano,
dove il malaffare si insinua tra le forze dell’ordine e nei palazzi di
giustizia, dove le regole vengono infrante facilmente, dove la violazione di queste regole è come un
cancro che a poco a poco pervade e
infetta tutto e tutti, dove si uccide per distrazione o per superficialità o
per brio. Un film, questo di Incerti, dove i dialoghi sono affidati di più ai
gesti e alla mimica dei personaggi, ma soprattutto alla mimica di Gorbaciof (Toni
Servillo). Questi è il ragioniere del
carcere di Poggioreale di Napoli, che indossa sempre lo stesso abito e la
stessa camicia color rosso ruggine, un personaggio caratteristico che impersona
un individuo isolato, che può sembrare bizzarro e sguaiato (e in effetti lo
è), un uomo dai modi abitudinari e
violenti, abitudinariamente con la stessa espressione, che parla poco o meglio che
non parla (la prima parola che pronuncia dopo circa mezzora dall’inizio del
film, stranamente è “parola” pronunciata giocando al poker), che ricorre all’illecito
– sottraendo i soldi ai carcerati - per poter giocare al poker e indebitarsi. Gorbaciof è un personaggio, dunque, negativo, come tutti
gli altri che ruotano attorno a lui, ma che viene nobilitato da Incerti nel
momento in cui si innamora di una bellissima donna cinese Lila (Yang Mi), dal
volto candido e angelico, l’unico personaggio positivo che esprime nei suoi
modi quel sentimento puro e sublime che è l’amore. Amore che, però, non troverà
sfogo, quello sfogo promesso e che viene presentato come l’unico spiraglio di
salvezza.
Stefano Incerti diventa regista con il suo primo
film “Il verificatore” (1995), per il quale gli venne aggiudicato il David di
Donatello come migliore regista esordiente. Una premessa che ha dato i suoi
buoni frutti.
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