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giovedì 30 novembre 2017

“Detroit” descrive un periodo storico statunitense in cui i diritti umani sono stati calpestati

Titolo: Detroit
Regia: Kathryn Bigelow
Sceneggiatura: Mark Boil
Musica: James Newton Howard
Produzione paese: USA 2017

Cast: John Boyega, Will Poulter, Algee ASmith, Jacob Latimore, Jason Michell, Hannah Murray, Jack Reynor, Kaitlyn Dever, Ben O’Toole, John Krasinski, Anthony Mackie, Nathan Davis Jr, Peyton Alex Smith, Malcom David Kelley, Joseph David-Jones, Laz Alonso, […]
Il film “Detroit” descrive la storia di tre giovani neri trovati uccisi nel motel Algiers, nel contesto degli  scontri avvenuti tra neri e polizia nella città di Detroit  dal 23 al 27 luglio 1967. La scintilla fu causata dall’intervento della polizia in un locale privo di licenza per la vendita degli alcolici. Ci furono decine di morti e migliaia di feriti e tantissimi edifici dati alle fiamme o distrutti. In quell’anno – era il 1967 -, si era formata una situazione simile a quella attuale, in cui il fenomeno dell’intolleranza razziale, immarcescibile nella sua abietta inumanità, si sta manifestando dopo un periodo di latenza con grande vigore. Per sedare la rivolta venne impiegata sia la Guardia nazionale che l’esercito. Ci fu una contestazione acerrima dei neri negli Stati Uniti, che l’anno successivo si estese dapprima in Francia, quindi  in Europa occidentale compresa l’Italia e poi nel resto del mondo, con proteste, polemiche e rivolte sia in ambito studentesco che in quello operaio contro l’intolleranza e i soprusi e con lo scopo di fare valere il principio di uguaglianza e soprattutto il rispetto dei diritti civili. “Detroit” è un film storico, anche se in parte romanzato, ben costruito e diretto, e documentato da immagini di quel tempo, che descrive la contestazione dei neri, appunto, nei confronti della polizia che esercitava su di essi una violenza in tutti i suoi svariati modi di manifestarsi. Un film che parla di brutalità e di violenza gratuite, quella violenza che nasce da un’educazione originaria dogmatica e parziale, che porterebbe a pensare di abolire il dogmatismo in tutti i suoi aspetti educativi e disciplinari perché, come si può notare dai fatti che sono successi da alcuni anni a questa parte negli Stati Uniti, la questione risulta ancorché grave perché dopo sessant’anni si sta ricostituendo, pian piano, un’identica situazione pari a quella a suo tempo contestata. Lo scorrere del tempo potrebbe cancellare fatti di tale importanza avvenuti in un recente passato se essi non venissero trasmessi proficuamente, anche tramite il cinema, alle nuove generazioni. La storia dell’uomo è importante, ma non bisognerebbe trascurare soprattutto quella recente che darebbe delle risposte immediate a tutti gli interrogativi che ci poniamo attualmente.
Kathryn Bigelow manifesta con coraggio la sua fine sensibilità nell’affrontare temi che portano nocumento all’umanità e che mettono in primo piano l’esercizio sfrenato e brutale del potere in mano a dei poliziotti imbecilli e spregiudicati e il dramma dell’uomo, oggetto di violenze che va oltre la collocazione temporale che gli si è voluto dare con questo film: Homo homini lupus è l’antica idea plautiana della condizione umana secondo cui l’uomo deve sopraffare per istinto i suoi simili, ripresa qualche secolo fa dal filosofo inglese Thomas Hobbes. L’istinto, tuttavia, si può controllare con una corretta e sana  educazione volta al rispetto dell’uomo sull’uomo!

Filmografia
The Loveless (1982), Il buio si avvicina (1987), Blue Steel – Bersaglio mortale (1990), Pint Break – Punto di rottura (1991), Strange Days (1995), Il mistero dell’acqua (2000), K – 19 (2002), The Hurt Locker (2008), Zero Dark Thirty (2012).
Francesco Giuliano