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venerdì 21 ottobre 2016
“Pasolini” o sulla negazione della scelta individuale
Titolo:
Pasolini
Regia
e sceneggiatura: Abel Ferrara
Produzione:
Italia, Belgio 2014
Cast:
Willem Dafoe, Ninetto Davoli, Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Adriana
Asti, Maria de Medeiros, Roberto
Zibetti, Andrea Bosca, Giada Colagrande, Francesco Siciliano, Luca Lionello,
Salvatore Ruocco, […]
Il film “Pasolini” di Abel Ferrara, il regista che è
cresciuto “guardando le sue opere”, tratta le vicende vissute da Pier Paolo
Pasolini nei giorni precedenti la sua terribile morte avvenuta il 2 novembre
1975, che mettono in risalto il suo pensiero sulla società stereotipata, sullo
“scandalo della contraddizione” e sulla distinzione tra morale e moralisti.
Quei “Ragazzi di vita”, giovani emarginati che vivono sulla soglia del crimine
(descritti perfettamente nel suo romanzo omonimo del 1955), che mostrano una
genuina vitalità ancestrale che contrasta i valori borghesi, e con i quali egli
giocava anche a pallone o con alcuni di essi ne condivideva occasionalmente i
pasti presso una trattoria che frequentava spesso, segnano la sua malasorte a
causa della omosessualità che lo caratterizzava, nota a tutti. Uno scandalo
legato a questa sua tendenza lo coinvolse, nel 1949, mentre insegnava a
Casarsa, nel Friuli. Ciò lo costrinse ad abbandonare l’insegnamento e a
trasferirsi a Roma, dove rimase assieme alla madre Susanna sino alla morte.
Il filosofo e giurista catanese Pietro
Barcellona, nel suo saggio “La Parola Perduta. Tra polis greca e cyberspazio”
(ed. Dedalo, 2007), in cui pone l’accento su “lo scandalo della
contraddizione”, che esprime
ciò che il regista ha poi trasposto indipendentemente nel film, dice “ … Pasolini
eretico, impegnato politicamente a denunciare i crimini del Palazzo …”,
evidenzia “la degenerazione antropologica del <<popolo>> italiano
in <<massa>> di teledipendenti, ottusi consumatori di immagini e
merci … Pasolini è un tragico greco, sostanzialmente impolitico perché
ossessionato, fino alla terribile morte, dall’urgenza delle passioni ancestrali,
dai tumulti del cuore nell’ambito delle dinamiche esistenziali … è critico
della modernità dell’omologazione, del fascismo come abbrutimento e
passivazione della <<massa>>, come culto della violenza senza
scopo, come conformismo gregario da caserma; critico del presente in nome di un
passato eroico di <<peccatori innocenti>> come i contadini e i
nuovi proletari delle borgate … ha accusato la borghesia di ridurre la vita a
finzioni e ipocrisie …” e rileva “…. La lacerazione di essere ‘con se stessi e
contro se stessi’: una contraddizione irrisolvibile, la ricerca di una
comunicazione non linguistica, pre-linguistica, là dove il dionisiaco insidia
la certezza luminosa di Apollo … La contraddizione tragica è ciò che rende
Pasolini attualissimo, se si intende la contraddizione non come una
contraddizione dialettica ma come una permanente e irresolubile coesistenza
degli opposti … senza contraddizione/conflitto” non c’è “vita”. A tal
proposito, il regista, tramite Epifanio (Ninetto Davoli) che nell’inseguire una
cometa si accorge che gli viene negato il paradiso, rafforza il pensiero di
Pasolini “Io penso che scandalizzare sia un diritto, essere scandalizzati un
piacere e chi rifiuta il piacere di essere scandalizzato è un moralista, il
cosiddetto moralista”. Il moralismo per
Pasolini è, in definitiva, uno strumento del potere che nega la libera scelta
all’individuo e il moralista “che dice di no agli altri” è il guardiano della
tradizione senza vitalità perché si oppone al pensiero “diverso”, al pensiero fuori
dal gregge. Si contrappone al moralista l’uomo morale che dice di no “solo a se
stesso”. A ciò si aggiunge “Il potere … un sistema di educazione … uno stesso
sistema educativo che ci forma tutti, dalle cosiddette classi dirigenti, giù
fino ai poveri. Ecco perché tutti vogliono le stesse cose e si comportano allo
stesso modo”. Questo film, che è difficile raccontare, non è per tutti per la
particolare e aggrovigliata sceneggiatura sia per i continui flashback e che
per le frequenti corrispondenze. È stata azzeccata la scelta dell’attore Willem
Dafoe, molto somigliante a Pasolini, che ha “cercato di abitare le
sue passioni e i suoi pensieri in un rapporto molto personale e privato”. Molto
bravi tutti gli altri attori, da Ninetto Davoli nel ruolo di Epifanio a
Riccardo Scamarcio (Ninetto Davoli), da Adriana Asti (Susanna, la madre di
Pasolini) a Valerio Mastandrea (Nico Naldini), da Maria De Medeiros (Laura Betti)
a Francesco Siciliano (Furio Colombo).
Il film è stato presentato in concorso alla 71^ Mostra del
Cinema di Venezia 2014.
Francesco Giuliano
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