Titolo:
Il piano di Maggie – A cosa servono gli uomini
Titolo
originale: Maggie’s Plan
Regia
e Sceneggiatura: Rebecca Miller
Soggetto:
Karen Rinaldi
Produzione
Stato: USA 2015
Cast: Greta
Gerwig, Julianne Moore, Ethan Hawke, Bill Hader, Maya Rudolph, Travis Fimmel, Jackson
Frazer, Alex Morf, Wallace Shawn, Sue Jean Kim, Fredi Walker-Browne, Mina
Sundwall, […]
La
regista Rebecca Miller, figlia e moglie d’arte (suo padre è il
drammaturgo e scrittore Arthur Miller e suo marito l’attore britannico Daniel
Day-Lewis pluriOscar) con questo suo quinto film “Il piano di
Maggie – A cosa servono gli uomini” si rivela un’artista poliedrica
che riesce ad esplorare con brio e semplicità i sentimenti umani espressi da
una miscellanea di comportamenti confusi e irrazionali dei suoi personaggi
appartenenti ad un ceto sociale di elevata cultura. La sua narrazione colma di
situazioni bizzarre è densa di dialoghi profondi e significativi ma, al tempo
stesso, appare leggera, coinvolgente, ironica. Per tutto questo e per il tipico
humour intellettuale il suo stile si avvicina a quello alleniano. Nel contempo,
dal film emerge anche ‘la teoria del caos’ che governa gli eventi della vita umana e
del mondo che nessuna pianificazione può alterare. Si coglie, infatti, il
famoso concetto scientifico noto come “effetto farfalla” secondo cui come “il minimo battito d'ali di una farfalla è
in grado di provocare un uragano in un’altra parte del mondo”, così da un incontro casuale tra un
uomo e una donna può derivare l’innamoramento, che è un moto rivoluzionario
ovviamente incontrollabile e dagli sviluppi imprevedibili. È ciò che succede
alla protagonista del film Maggie
Hardin (Greta Gerwig), una
bella docente di arte e management, quando incontra casualmente, per un errore
amministrativo, lo scrittore antropologo John Harding (Ethan Hawke), un
marito in crisi, di cui si innamora per la prima volta. Ed è subito caos che sconvolge il suo animo umano e annulla
la sua nuova pianificazione. Nel caos, avviene una “dipendenza
sensibile alle condizioni iniziali”, cioè a variazioni infinitesime delle
condizioni iniziali corrispondono variazioni significative delle azioni future. “Dunque,
per primo fu il Caos, …” inizia
così la Teogonia del poeta greco Esiodo (VIII secolo a.C.), “… uno
spazio di fondo, un buco nero dell'universo” come lo ha definito Giulio Guidorizzi, ma che i filosofi
presocratici identificarono come “il
principio di tutte le cose”, materia amorfa, grezza e quindi disordinata,
priva di regole, a cui attinge un ‘principio
superiore’ per creare il mondo ordinato, che è il cosmo. Così come avviene
quando un bambino costruisce un puzzle prendendone i pezzi sparpagliati e
disordinati dalla scatola che li contiene. Come sostiene il giornalista James
Gleick, il caos “pone problemi che
sfidano i modi accettati di lavorare nella scienza e avanza tesi forti sul
comportamento universale della complessità.” Chi, tra gli esseri umani, non
rispetta le regole rientranti nell’azione consueta e, quindi, è un trasgressivo
nel senso migliore della parola, e si affida alla propria sensibilità e al
proprio estro, che lo spinge ad agire oltre la normalità delle capacità umane,
in effetti, si affida al caos. E dal caos nasce qualcosa di diverso che
inizialmente disorienta ma poi attrae e produce godimento perché dà un senso
sublime a ciò che l’essere umano fa! La vita è un
sistema complesso che non si può pianificare perché non se ne conoscono le
regole che sono quelle del caos. È per questo che le azioni connesse con il
procedere della vita sono caratterizzate da profonda incertezza. Maggie Hardin si comporta, infatti,
contrariamente a tutto ciò perché pianifica ogni cosa, anche quella di diventare
mamma. Prima di conoscere Ethan, accortasi di non potere avere una relazione stabile con un uomo,
Maggie aveva deciso di avere un figlio facendosi donare lo sperma da un
individuo stravagante Guy (Travis Fimmel), un produttore di cetrioli olandesi in scatola con una spiccata
mentalità matematica. Innamoratasi Maggie rinuncia a questa
pianificazione, si sposa con Ethan che, nel frattempo, divorzia dalla moglie
Georgette Nørgaard (Julianne Moore),
un’eccentrica quanto brava docente universitaria, e realizza il suo sogno partorendo una bella
bambina.
Le
cose per Maggie, però, dopo tre anni di matrimonio, non vanno per il verso
giusto sia perché si sente trascurata da Ethan che utilizza tutto il suo tempo
libero per scrivere un interminabile romanzo, sia perché è molto impegnata per
accudire oltre che la loro figlia anche i due figli di Ethan e Georgette. A
questo punto, Maggie cerca di fare
amicizia con Georgette con la quale organizza un nuovo piano che questa volta
coinvolge tutti e tre, ma che forse sarà stravolto ancora una volta. Greta
Gerwig, Julianne Moore, Ethan Hawke, che formano un triangolo veramente
formidabile e ricco di spunti ironici e divertenti, vestono i panni dei tre
personaggi Maggie, Georgette e Ethan, evidenziandone magnificamente i
caratteri completamente diversi: Maggie è una donna estroversa, organizzata in tutto,
bella, allegra, caratterizzata da grande alterità; Georgette,al contrario, è fredda,
egocentrica,
brillante, distaccata, superba; Ethan, infine, è superficiale, sbadato,
passionale, irrazionale.
“Il
piano di Maggie – A cosa servono gli uomini”, un film che non si
dimentica e che pone diverse riflessioni sulla vita e che specula su come va il
mondo, tratto dal romanzo Karen Rinaldi
“A cosa servono gli uomini”, è stato presentato
al Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2016 e al Toronto Film
Festival 2015, al New York Film Festival 2015 e al Sundance Film Festival 2016.
Filmografia
Angela (1995), Personal Velocity (2002), La storia di Jack e Rose (2005),
The Privat Lives of Pippa Lee (2009).
Francesco Giuliano