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lunedì 2 aprile 2018
“Io c’è” è una disamina divertente ma non troppo del significato di religione, oggi
Titolo: Io c’è
Regia: Alessandro Aronadio
Sceneggiatura: Edoardo Leo, Alessandro
Aronadio, Valerio Cilio,Renato Sannio
Musiche: Santi Pulvirenti
Produzione Paese: Italia, 2018
Cast: Edoardo Leo, Margherita Buy, Giuseppe
Battisto, Giulia Michelini, Massimiliano Bruno, Gisella Burinato, Gegia, […]
Massimo Alberti (Edoardo Leo) gestisce un
B&B, di cui è proprietario assieme alla sorella Adriana (Margherita Buy). Gli
introiti, purtroppo, vanno male sia per le tasse molto elevate che si devono pagare
allo Stato sia per la concorrenza scorretta, anche se legale, proveniente da un
convento antistante di suore, le quali, oltre al fatto che sono esentate dal
pagamento dell’imposta sull’immobile perché è considerato luogo di culto, si
fanno pagare dai loro ospiti con donazioni (Noi
accettiamo solo donazioni) che sono esentasse. Massimo, avendone avuto
consapevolezza, di concerto con la sorella decide di trasformare il suo B&B
in luogo di culto simile al convento religioso. Tale decisione se fosse
realizzata gli permetterebbe di evadere le tasse – Mi faccio pagare dai turisti con la donazione minima esentasse,
dice alla sorella -, e ne avvia la procedura legale. Per fare ciò, aiutato da
uno scrittore amico, Marco (Giuseppe Battiston) che ha scritto un libro che non leggerà mai nessuno, si inventa lo
Ionismo (Io non c'ho bisogno di loro, io me
la invento ‘na religione!), una nuova religione che sostituisca il
culto del Dio cristiano, o di qualunque altro culto religioso, con il culto di
se stessi (tu sei il tuo Dio!), corrispondente
a quel processo personale, noto come autostima, che porta ogni individuo ad apprezzare
se stesso tramite l’identificazione e la messa in atto del proprio valore, in
quanto – afferma il filosofo
Ludwig Feuebach in “L’essenza del
Cristianesimo”: - le qualificazioni dell’essere divino sono le
qualificazioni dell’essere umano. Ovviamente, secondo Massimo questa nuova religione, che
tende a mettere in crisi il monopolio che la Chiesa cattolica ha avuto pe’ duemila anni, da un lato
comporta fascino e attrazione che ne fa aumentare gradualmente il numero degli adepti, dall’altro determina una continua diatriba
puerile con la comunità delle suore.
Il regista Alessandro Aronadio, che con Edoardo
Leo, Valerio Cilio, Renato Sannio ha scritto la sceneggiatura di questa
originale e semidivertente commedia “Io c’è”, affronta diverse tematiche
connesse con il concetto di religione e di divinità e il loro mutamento in atto
già previsto dal filosofo Feuebach nel citato saggio: Così mutano le idee. Ciò che ancora ieri era religione, oggi non lo è
più, e ciò che oggi è considerato ateismo, sarà la religione di domani.
Con un esame attento per valutarne gli
aspetti fondamentali, il film fa una disamina del significato e dell’importanza
della religione cristiana che, come sostiene nel suo saggio “Il regno” Emmanuel Carrère, “l’educazione cristiana è formale e distratta per cui
nessuno può affermare con convinzione di aver fede. La fede – afferma, infatti, E. Renan in Vita di Gesù -, non conosce altra legge che ciò che torna
favorevole a quello che crede essere il vero, essendo per essa assolutamente
santo lo scopo cui mira, non si fa scrupolo d’invocare per la sua tesi cattivi
argomenti, quando non riescono i buoni … e che … buona fede o impostura sono due volti, che nelle nostre rigide coscienze
si oppongono come due inconciliabili termini.
“Io c’è” sottolinea, in modo perspicace, quel punto di vista che, in
altra sede sosteneva anche il sociologo Anthony Giddens secondo cui nella
nostra società c’è la necessità di un rinnovamento etico e
spirituale, che si può instaurare con le
relazioni pure, cioè con le relazioni non più contraddistinte da rapporti
gerarchici e da patti di convenienza, ma basate sul rispetto reciproco e su una
comunicazione emozionale. “Io c’è” fa riflettere, inoltre, sull’idea
di divinità che, come sostiene il filosofo Michel Onfray nel suo saggio “Trattato di ateologia”, sottomessa ad un’idea trasformata in
divinità, la soggettività viene annientata; non deve fare altro che obbedire,
e che, come asserisce Eugenio Lacaldano in “Un’etica
senza Dio”, non solo non è vero che
senza Dio non può darsi un’etica, ma anzi è solo mettendo da parte Dio che si
può realmente avere una vita morale , e che nella semplice affermazione di un’origine
divina delle leggi morali si nasconde un paradosso che le rende inapplicabili
sul piano universale. Si nega cioè l’eguaglianza degli esseri umani che è il
primo fondamento di ogni etica.
A dirla con le parole del filosofo Bertrand
Russel: La nostra concezione di Dio
deriva dall'antico dispotismo orientale, ed è una concezione indegna di uomini
liberi. Non ha rispetto di se stesso chi si disprezza e si definisce miserabile
peccatore […]. Non bisogna rimpiangere il
passato o soffocare la libera intelligenza con idee che uomini ignoranti ci
hanno propinato per secoli. Occorre sperare nell'avvenire e non voltarsi a
guardare cose ormai morte che,
confidiamo, non rivivranno più in un mondo creato dalla nostra intelligenza.
Le musiche di Santi Pulvirenti risultano molto
coinvolgenti e del film ne arricchiscono la vivacità o la serietà del tema
affrontato.
Filmografia
Due vite per caso (2010), Orecchie (2016).
Francesco Giuliano
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