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mercoledì 3 gennaio 2018

“Napoli velata” descrive la leggenda di una città avvolta nel mistero

Regia: Ferzan Ӧzpetek
Soggetto e sceneggiatura: Gianni Romoli, Valia Santella, Ferzan Ӧzpetek
Musiche: Pasquale Catalano
Produzione Paese: Italia, 2017

Cast: Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Anna Bonaiuto, Peppe Barra, Biagio Forestieri, Lina Sastri, Luisa Ranieri, Isabella Ferrari, Maria Pia Calzone, Carmine Recano, Loredana Cannata, Angela Pagano, Maria Luisa Santella, […]
Il pluripremiato e discusso regista Ferzan Ӧzpetek costruisce un film straordinario “Napoli velata”, in cui questa città diventa la vera protagonista con tutta la sua prorompente bellezza e le sue annose e profonde contraddizioni, i cui caratteri vengono sapientemente tracciati e amalgamati dai suoi personaggi che ne rappresentano le diverse sfaccettature. “Napoli velata” descrive la storia di Adriana (Giovanna Mezzogiorno), di professione medico legale, non sposata, rimasta orfana, quando ancora era bambina, in seguito ad un dramma familiare, che l’ha privata del necessario senso dell’amore, di cui va inconsciamente alla ricerca.  Durante una festa tra amici, infatti, Adriana si invaghisce perdutamente di Andrea (Alessandro Borghi), un giovane aitante e audace con il quale fa subito conoscenza e trascorre una notte di passione sfrenata e sessualmente soddisfacente. Un amore all’improvviso, dunque, germoglia in lei, un amore che le apre nuovi orizzonti che pensava di non cogliere più. Lei, donna fosca, triste, priva apparentemente di sentimenti, in seguito a questo meraviglioso rapporto acquista vitalità, sorride alla vita, diventa briosa, ottiene finalmente la libertà uscendo spontaneamente dalla cupa gabbia dell’intenso e continuo dolore che l’aveva stretta sin da quando era bambina. Arriva un momento in cui la vita ti si apre di nuovo, le dice sorridente Pasquale (Peppe Barra), il padre adottivo, che ne coglie subito i connotati. Come avviene talvolta nella vita di un individuo, a dirla con D. R. Hofstadter, si formano degli Strani Anelli, ovvero dei percorsi lungo un sistema gerarchico che lo fa salire e poi scendere, portandolo al punto di partenza. È quel che succede ad Adriana, la quale nel momento in cui aveva raggiunto l’apice della felicità, in quella circostanza in cui aveva colto il senso della vita, ritorna nel precipizio del dolore e della solitudine provando un’amarezza insopportabile di cui non si dà pace. Non sopporta la verità che le si presenta e che è costretta a vivere, anche se la verità è figlia del tempo. A questo punto Adriana nega la realtà e la idealizza costruendosi istintivamente un idolo da amare al punto da fargli dire se mi lasci faccio una pazzia. Lei diventa così il soggetto della sua storia, che non subisce più ma se la inventa avvicinandosi, con questo suo modo di essere, a quella concezione filosofica che fa capo all’idealismo soggettivista.
Ferzan Ӧzpetek, che di questo film ha scritto sia il soggetto che la sceneggiatura assieme a Gianni Romoli e Valia Santella, con la storia di Adriana traccia indiscutibilmente i connotati di questa città velata prendendo spunto dal “Cristo velato” conservato nella Cappella Sansevero, un’opera marmorea unica nel suo genere artistico che, per la fattura che esprime, sottintende un mistero, quello stesso mistero che avvolge come un velo la città di Napoli, e che la fa diventare leggendaria: una città ricca di sensualità che ha spodestato completamente la razionalità e che si insinua nei molteplici meandri del suo labirinto intriso di magia; una città passionale, che indossa la maschera che gli serve alla bisogna manifestata nella peculiare sceneggiata; una città ricca di un sentimento religioso che rasenta il paganesimo nella figliata del femminielli, e che fa della superstizione e il ricorso a fattucchiere il suo punto di forza; una città in cui si intrecciano reti invisibili di profonde contraddizioni che affondano le radici in un passato remoto; una città che gli stessi abitanti si sono creati a loro immagine e somiglianza e per la quale nutrono un sentimento antitetico di amore/odio.
Nel film, la cui accattivante visione gode anche delle magnifiche musiche di Pasquale Catalano e della coinvolgente voce di Arisa che canta Vasame di Enzo Gragnaniello nei titoli di coda, c’è un cast eccellente di attrici bravissime, come Anna Bonaiuto (Adele), Lina Sastri (Ludovica), Luisa Ranieri (Catena), Isabella Ferrari (Valeria), Maria Pia Calzone (il commissario di polizia).
Filmografia
Il bagno turco (1997), Harem Suare (1999), Le fate ignoranti (2001), La finestra di fronte (2003), Cuore sacro ( 2004), Saturno contro (2007), Un giorno perfetto (2008), Mine vaganti (2010), Magnifica presenza (2012), Allacciate le cinture (2014), Rosso Istanbul (2017).
Francesco Giuliano