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martedì 31 ottobre 2017
“Treno di notte per Lisbona” invita a una lettura rigenerante e intrigante
Titolo: treno di notte
per Lisbona
Titolo originale: Night
Train to Lisbon
Regia: Bille August
Soggetto: Pascal
Mercier (dall’omonimo romanzo pubblicato nel 2004)
Sceneggiatura: Greg
Latter, Ulrich Herrmann
Produzione Paese:
Germania, Svizzera, Portogallo, 2013
Musiche: Annette Focks
Cast: Jeremy Irons,
Mélanie Laurent, Jack Huston, Martina Gedeck, Bruno Ganz, Christopher Lee, Lena
Olin, Charlotte Rampling, Tom Courtenay, Marco D’Almeida, August Diehl, Beatriz Batarda, Burghart
Klaussner, Filipe Vargas, Adriano Luz, Sarh Buhlmann, Janer Thorne, Hanspeter
Muller, Jean-Pierre Comu, […]
In Treno di notte per Lisbona del regista danese Bille August si
respira la stessa atmosfera cupa, oppressiva, violenta del film Sostiene Pereira (1995) di Roberto Faenza,
quell’atmosfera persecutoria e vessatoria di stampo fascista che caratterizzava
la città di Lisbona nel periodo della dittatura di Salazar (1932 – 1974). Il
film racconta ciò che capita una mattina al professore Raimund Gregorius (Jeremy
Irons) mentre si reca al liceo di Berna dove insegna Latino. Mentre attraversa
il ponte sul fiume Aar - la giornata è
piovosa -, vede una giovane donna in piedi sul parapetto in procinto di suicidarsi.
Il professore riesce a fermarla e la porta con sé in classe dove la fa sedere
accanto alla porta. Subito dopo, tuttavia, durante la lezione, la ragazza va
via dimenticando il suo soprabito rosso. Il professore istintivamente, spinto
da una forza irrefrenabile e incontrollabile, abbandona la classe e va alla
ricerca di quella donna. Non la trova, ma nel suo soprabito scopre un libro
“L’orafo delle parole” di uno scrittore di Lisbona, Amadeu de Almeida Prado e un
biglietto ferroviario per Lisbona. Il professore, allora, si incuriosisce e prende
il treno per Lisbona alla ricerca salvifica di quella donna. Durante il viaggio
notturno legge il libro che lo affascina e lo coinvolge a tal punto che va alla
ricerca dell’autore. In quel libro c’è la biografia di un medico Amadeu Prado (Jack
Huston), componente della resistenza che si opponeva al regime di Salazar. Ormai
morto, il professore sulla tomba del medico trova scritta la frase Quando la dittatura è un fatto, la rivoluzione è un
dovere! Un aforisma assoluto e universale che lo infervora ancor di più nel
ricercare e scoprire le vicissitudini di quell’uomo sconosciuto alla storia ma grande
in sé. Ciò lo porta a incontrare tutti gli amici ancora in vita come João Eça (Tom
Courtenay) o come Estefânia (Lena Olin), e a intraprendere un viaggio appassionante in un mondo pieno
di vigore e ricco di senso di libertà, ma anche di disumane atrocità e di boia,
come si evince dalle parole di Amadeu: Lasciamo sempre qualcosa di noi,
quando ce ne andiamo da un posto: rimaniamo lì, anche una volta andati via. E
ci sono cose di noi che possiamo ritrovare solo tornando in quei luoghi.
Viaggiamo in noi stessi quando andiamo in posti che hanno fatto da cornice alla
nostra vita. Non importa quanto questi siano stati brevi e viaggiando dentro
noi stessi, ci dobbiamo confrontare con la nostra solitudine. Ma tutto ciò che
facciamo, non lo facciamo forse per paura della solitudine? Non è questo il
motivo per cui rinunciamo a tutte le cose che rimpiangeremo alla fine della
nostra vita?
Il professore Raimund Gregorius è un uomo, solitario perché ritenuto
noioso come confida a Mariana
(Martina Gedeck), che abbandona il proprio posto di lavoro per andare alla
ricerca di qualcosa di meraviglioso, e che manifesta una grande profondità d’animo
(I campi sono più verdi nella loro
descrizione, che nel loro reale colore verde) che soltanto un uomo di
grande cultura come lui può palesare. Riesce, infatti, a cogliere l’essenza
umana e a estrarre i significati fondamentali della vita da un libro
sconosciuto di uno grande scrittore sconosciuto:
L'Eternità non esiste. La vita è quello
che fai ora, in questo momento, secondo le tue scelte libere … Quando si è giovani, la morte è come un nastro
che ci gira intorno. Quando comincia a diventare troppo stretto?
Un bel
film dalle tematiche attualissime, come quella delle colpe dei padri che ricadno
sui figli trasmettendone il senso di colpa, e con uno straordinario
e appassionante Jeremy Irons, diretto da un grande regista Bille August, che
con i suoi film ha contribuito a rendere grande il cinema internazionale.
Filmografia
Honning Mane (1978), Zappa (1983), Busters verden (1984), Tro, hab og
kaerlighed (1984), Pelle alla conquista del mondo (1987), Con le migliori
intenzioni (1992), La casa degli spiriti (1993), Jerusalem (1996), Il senso di
Smilla per la neve (1997), I miserabili (1998), En sang for Martin (2001),
L’ora della verità (2004), Chacun son cinéma (episodio, 2007), Il colore della
libertà – GoodBye Bafana (2007), Marie Krøyer (2012), Treno di notte per
Lisbona (2013), Stille hjerte (2014), Feng Huo fang fei (2017), 55 Steps (2017).
Francesco Giuliano
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