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giovedì 13 aprile 2017
“La vendetta di un uomo tranquillo” mostra come il male fatto si ritorca su colui che lo ha commesso
Titolo: La vendetta di
un uomo tranquillo
Titolo originale: Tarde
para la ira
Regia: Raùl Arévalo
Sceneggiatura: Raùl
Arévalo, David Pulido
Produzione Paese:
Spagna, 2016
Cast: Antonio de la
Torre, Luis Callejo, Ruth Diaz, Alicia Rubio, Manolo Solo, Font Garcia, Pilar
Gomez, Raùl Jiménez, Chani Martin, Inma Sancho, Ramiro Aklonso, […]
L’attore
Raùl Arévalo, alla sua prima opera come
regista, dirige un film molto bello e coinvolgente che è difficile da raccontare, perché la bellezza del film è insita proprio nella trama interessante e straordinaria.
Lo spettatore, infatti, ne deve sbrogliare la trama passo dopo passo, partendo
dalla vita flemmatica e fiacca di un uomo solitario, introverso e tranquillo,
almeno apparentemente, che via via manifesta una intrinseca determinazione non
indifferente e singolare. Si chiama José (Antonio de la Torre), è single e vive
con i proventi ricavati da diverse abitazioni date in affitto a Madrid. Ogni
giorno José si reca in ospedale ad accudire il padre che si trova in coma
profondo. E ogni giorno frequenta un bar, dove si infatua di Ana (Tuth Diaz),
con la quale instaura una relazione amorosa che, però, si interrompe non appena
Curro (Luis Callejo), il fidanzato della ragazza, viene liberato dopo otto anni
di carcere.
Curro,
un uomo violento soprattutto con Ana, era stato l’unico a subire il carcere perché
complice di una rapina a una gioielleria effettuata direttamente da quattro
rapinatori che, però, se l’erano fatta franca.
Ovviamente
tra Curro e José, sin dal primo incontro, a causa dei loro caratteri antitetici,
emerge subito la mancanza di simpatia e l’impossibilità di instaurare una
relazione amichevole.
Tutto
ciò rappresenta l’incipit della storia che parte da una situazione, a prima
vista, quieta ma che, grazie a un “effetto farfalla” con un susseguirsi di
eventi di entità viepiù sempre più grande, diventa movimentata e dinamica con
sviluppi inaspettati e imprevedibili. Situazione che viene rinvigorita e resa
ancor di più travolgente da un’eccellente fotografia calzante e pertinente e da una musica prorompente.
C’è
un proverbio siciliano che recita “nun
scungicari u cani ca dormi” nel senso di non molestarlo o di non recargli gravi
angosce, perché se il cane si sveglia aggredisce e fa male. In questo caso, il
cane che dorme è José che, con le sue azioni dimostra che il male fatto si
ritorce, come un boomerang, su chi lo ha commesso.
“La
vendetta di un uomo tranquillo” è un film ben diretto dai connotati prettamente
realistici, la cui sceneggiatura mostra aspetti peculiari e originali tant’è
che non lascia spazio a conclusioni avventate e tiene in continua attesa lo spettatore.
Il
film ha partecipato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia 2016, ottenendo il premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile
a Ruth Diaz, e ha conquistato quattro premi (Miglior film, Migliore attore
esordiente a Manolo Solo, Miglior regista esordiente a Raùl Arévalo, Migliore
sceneggiatura) al Premio Goya 2017, cinque premi al Premio Feroz 2017 e cinque
premi al Medallas del Circulo de Escritores Cinematograficos.
Francesco Giuliano
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