var _gaq = _gaq || []; _gaq.push(['_setAccount', 'UA-26218038-5']); _gaq.push(['_trackPageview']); (function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://ssl' : 'http://www') + '.google-analytics.com/ga.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();

mercoledì 19 settembre 2018

“Sogno di una notte di mezza età” mette a nudo la frenesia di amore di un adulto con l’animo infantile


Titolo: Sogno di una notte di mezza età
Regia: Daniel Auteil
Sceneggiatura: Florian Zeller
Musiche:Thomas Dutronc
Produzione Paese: Francia, 2018
Cast: Daniel Auteil, Gérard Depardieu, Sandrine Kiberlain, Adriana Ugarte, […]




Nelle sale cinematografiche il 18 ottobre il film “Sogno di una notte di mezza età” di Daniel Auteil e l’ilarità è assicurata.
Daniel (Daniel Auteil) ama sua moglie Isabelle (Sandrine Kiberlain), una donna intelligente e bella, ma ha anche la fama di avere un’appassionata e vivace immaginazione, da cui emerge “il lato infantile che continua a vivere anche in un adulto e la capacità intatta di sognare ancora”. Spesso deve sopportare il suo miglior amico Patrick (Gérard Depardieu) che, talvolta, risulta troppo imbarazzante. Quando Patrick gli propone di organizzare una cena a quattro perché vuole far gli conoscere la sua nuova e giovane fidanzata Emma (Adriana Ugarte), Daniel si viene a trovare disorientato tra sua moglie e le sue fantasie nei  confronti  della provocante e spettacolare compagna dell’amico. Tant’è che il regista afferma che “Daniel ha il coraggio e l'audacia di cambiare le abitudini della sua vita per un nuovo futuro, un passo non sempre possibile da fare o un'ambizione che molti di noi non osano mettere in pratica.
Una divertente e spassosa commedia piena di malizia ma soprattutto di grande immaginazione, un susseguirsi di gag straordinarie tra due magnifici attori come Daniel Auteuil e Gérard Depardieu, i quali si sfideranno in un esilarante duello con le armi del dialogo.
Francesco Giuliano

venerdì 7 settembre 2018

“La ragazza dei tulipani” è una disamina sulla passione di una donna così forte tale da dominare la ragione


Titolo: La ragazza dei tulipani
Titolo originale: Tulip Fever (La febbre dei tulipani)
Regia: Justin Chadwick
Soggetto: Deborah Moggach (dal suo romanzo Tulip Fever)
Sceneggiatura: Tom Stoppard
Musiche: Danny Elfman
Produzione Paese: UK, USA, 2017
Cast: Alicia Vikander, Dane DeHaan, Jack O’Connel, Holliday Grainger, Judi Dench, Christoph Waltz, Zach Galifianakis, Matthew Morrison, Cara Delevigne, Tom Hollander, Kevin McKidd, David Harewood, Douglas Hodge, Miltos Yerolemou, Daisy Lowe, […]





La ragazza dei tulipani, che per quanto riguarda lo scenario e i costumi descritti in modo dettagliato e conforme al periodo storico in cui si svolge il racconto, richiama la celebre e raffinata pellicola La ragazza con l’orecchino di perla (2003) di Peter Webber. È, infatti, un film ambientato nella quarta decade del XVII secolo ad Armsterdam, città olandese di incombente vivacità grazie alla florida economia dovuta al commercio delle spezie, come la noce moscata o il pepe nero, e i bulbi di tulipani provenienti dall’estremo oriente. Assieme al prosperoso commercio di tulipani per i quali si propaga una febbre collettiva, si diffondono e migliorano anche le arti le quali fanno entrare in un connubio interattivo la ricchezza con il sentimento. Tratto dal romanzo Tulip Fever (1999) di Deborah Moggah, il film descrive, in modo accurato e singolare nei minimi particolari scenografici, la storia dell’irrefrenabile passione amorosa tra Sophia (Alicia Vikander) e il pittore Jan Van Loos (Dane DeHaan). Sophia è una giovane che, rimasta orfana, accudita e cresciuta nel convento di sant’Ursula, viene richiesta come sposa da un ricco mercante di spezie, Cornelis Sandvoort (Christoph Waltz), che ha un’età molto avanzata. Saresti stata un'orfana in un mare in tempesta, il matrimonio è un porto sicuro! Ama, onora e obbedisci – le dice la madre badessa del convento (Judi Dench) nel congedarla e affidarla al vecchio signore. Consigli che Sophia segue con attenzione, cura e rispetto, ma che si dispiace perché non riesce a dare al premuroso sposo un figlio, che lui desidera tanto a causa dei suoi lontani trascorsi infausti e dolorosi. Tutto procede comunque nella normalità fino a quando Cornelis propone alla moglie di farsi ritrarre insieme - in quel periodo andava molto di moda - dal giovane pittore Jan Van Loos. Sophia inizialmente accetta malvolentieri, ma poi con profonda convinzione attratta dall’aitante e bel giovane acconsente, tant’è che quest’accettazione risulta “galeotta” - parafrasando Dante Alighieri - perché prelude ad un rivoluzionario innamoramento tra lei e il pittore attraverso iniziali sguardi fuggitivi ed emozioni silenti che trasmigrano segretamente in atti sfrenatamente sessuali e che sfociano in passioni per cui daresti la vita”. Come sostiene Francesco Alberoni, l’innamoramento è “lo stato nascente di un movimento collettivo a due”, un movimento rivoluzionario che, come tutti i moti rivoluzionari, diventa incontrollabile e assai esasperato. Ed è quello che succede ai due, che escogitano azioni al limite dell’inverosimile pur di dare seguito al loro amore alla luce del sole, e con le quali mettono in discussione la certezza del loro stato per un futuro dall’incertezza certa. Come un tulipano che “primo a fiorire, primo a cadere” così l’amore che per primo fiorisce è il primo a finire. E ciò che succede al commercio dei tulipani e alla frenesia che ha generato, e contemporaneamente è quel che accade alla relazione amorosa tra Sophia e Jan. E tutto ciò avviene quando il sentimento rende ciechi e chiusi a ogni sensatezza, e nullifica completamente la ragione. Una follia a due che si svolge in un periodo storico olandese in cui predomina una follia collettiva, determinata dalla tentazione dei tulipani come promessa di una effimera ricchezza bramata, in un ambiente povero, sporco e instabile, in cui interagiscono amore e odio, fedeltà e tradimento, sincerità e inganno, rispetto e trasgressione, sogno e realtà, verità e segreti, degrado e progresso, senza alcuna interruzione, e dove la passione si fonde con l’arte in maniera indissolubile e innovatrice, e in cui la donna assume con forza il predominio sull’uomo che soccombe inesorabilmente ad essa.
Il film, diretto con scrupolo suscitando interesse dal punto di vista cinematografico, è ricco di bravi attori, tra cui molti premi Oscar come Alicia Vikander, Judi Dench e Chistoph Waltz, sotto l’egida della sceneggiatura bizzarra ma convincente di Tom Stoppard, anch’egli premio Oscar per la Migliore sceneggiatura originale di Shakespeare in love (1988) di John Madden.
Filmografia
L’altra donna del re (2008), The First Grader (2010), Mandela – La lunga strada verso la libertà (20139.
Francesco Giuliano

martedì 4 settembre 2018

“Resta con me” perché un amore vero è come un dio che va amato per sempre



Titolo: Resta con me.
Titolo originale: Adrift
Regia: Baltasar Kormákur
Soggetto: Tami Oldham Ashcraft e Susea McGearhart (dal libro
Sceneggiatura: Aaron Kandell, Jordan Kandell, David Branson Smith
Musiche: Volker Bertelmann
Produzione Paese: USA, 2018
Cast: Shailene Woodley, Sam Clafin, Jeffrey Thomas, Elizabeth Hawthorme, Grace Palmer, Siale Tunoka, Kael Damlamian, […]


Tami Oldham Ashcraft (Shailene Woodley) è una ragazza di 23 anni molto coraggiosa, amante dell’avventura e del rischio, che si trasferisce a Tahiti per un lavoro di qualunque natura, ma dove si innamora perdutamente dello skipper Richard Sharp (Sam Clafin), di una decina di anni più vecchio di lei. Eros squarcia i loro cuori a prima vista, tant’è che si mettono insieme, abitano nella barca costruita in sette anni da Richard, e trovano sfogo lavorativo evadendo commissioni di proprietari di imbarcazioni che conducono da un porto all’altro. L’ultimo lavoro che gli viene commissionato riguarda il trasporto di una barca da Tahiti a s. Diego in California: un viaggio pieno d’insidie in quanto devono navigare nell’Oceano Pacifico che, a differenza del nome, non ha niente di tranquillo. Sono più di quattro mila miglia, è una follia!dice, infatti, Tami a Richard. Tant’è che dopo alcuni giorni di navigazione, vengono colti da un violento uragano che distrugge parzialmente la barca. Una tempesta perfetta! A questo punto, inizia per Tami un continuo e stressante travaglio. In balia di un netto disorientamento e priva di ogni mezzo di comunicazione, Tami cerca di riparare la barca al fine di potere navigare in mezzo a quel mare infinito e deserto (Siamo sperduti nel Pacifico, è un'area di ricerca infinita, non ci troveranno mai!), al di fuori di ogni rotta umana e di accudire, con grande dedizione, il suo amato Richard che è gravemente ferito ad una gamba infetta, almeno così trapela dall’immaginazione della giovane. Immaginazione per sopravvivere e per dare impulso alla sua perseveranza e al suo forsennato coraggio perché, come scrive Primo Levi, in Se questo è un uomo, “la persuasione che la vita ha uno scopo radicato in ogni fibra di uomo, è una proprietà della sostanza umana. Ed è proprio ciò che porta Tami verso la strada della salvezza come un novello Ulisse.

Il regista Baltasar Kormákur, grazie ad una sceneggiatura straordinaria e priva di sbavature, dirige con estro un film seducente, coinvolgente, ricco di suspence, in cui amalgama la realtà e l’immaginazione con grande disinvoltura e sciolta destrezza.
Egli descrive il dramma con una serie molto serrata di drammi che si susseguono e che fanno percepire la sofferenza della protagonista, che conduce il film, dall’inizio sino alla fine, accattivandosi la simpatia dello spettatore, che soffre assieme a lei senza soluzione di continuità. Come diceva il presidente Roosevelt: L’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa. E la paura Tami riesce a vincerla con grande sopportazione. La sofferenza, tuttavia, viene dipanata dall’esplosione di un amore che Tami, come un fiore che apre la sua corolla al mondo per manifestare tutta la sua bellezza, esprime nei confronti del suo Richard presente nella sua mente così come nel suo cuore. Appare, dunque, questo film, privo di sentimentalismo o di strategie mielose, un elogio dell’amore come motore del mondo, un elogio dell’amore che come un dio va amato per sempre. Ma appare pure come la lotta sfrenata dell’uomo contro la violenza della Natura che può essere vinta se si continua a lottare con tenacia e caparbietà senza arrendersi mai.
Filmografia
101 Reykjavik (2000), il mare (2002), A little Trip to Heaven (2005), Myrin (2006), Bruoguminn (2008), Reykjavik – Rotterdam (2008), Una tragic scelta (2010), Contraband (2012), The Deep (2012), Cani sciolti (2013), Everest (2015), Ofæro (2015), The Oath – Il giuramento.
Francesco Giuliano

venerdì 31 agosto 2018

“Don’t Worry” documenta come si può combattere e vincere la sofferenza causata da un grave incidente



Titolo: Don’t Worry
Titolo originale: Don't Worry, He Won't Get Far on Foot (Non preoccuparti, non andrà lontano a piedi.)
Regia: Gus Van Sant
Sceneggiatura: Gus Van Sant
Soggetto: Gus Van Sant (dalla biografia del vignettista John Callahan (1951-2010))
Musiche: Danny Elfman
Produzione Paese: USA, 2018
Cast: Joaquin Phoenix, Jonah Hill, Rooney Mara, Jack Black, Mark Webber, Beth Ditto, Udo Kier, Carrie Brownstein, Ron Perkins, Kim Gordon, Heather Matarazzo, […]



John Callahan (interpretato dal bravo e versatile Joaquin Phoenix) è un giovane che trascorre la gioventù in modo caotico e spregiudicato, bighellonando qua e là e dando un senso alla sua vita soprattutto drogandosi. Purtroppo, a causa di questo suo comportamento, una sera, ad una festa si ubriaca oltre ogni misura assieme ad un altro ubriaco, Dexter (Jack Black), che gli propone di recarsi in un’altra festa molto più allettante di quella a cui stanno partecipando. Ovviamente, a causa di quello stato di ubriachezza l’incidente dell’auto è assicurato e John rimane paralizzato e costretto a stare su una sedia a rotelle. John, allora, si vede costretto ad una nuova vita partecipando ad una terapia di gruppo di ex alcolisti, diretta dall’abile e appassionante Donnie (Jonah Hill), a cui confida ciò che gli è successo e che lo ha costretto sulla sedia a rotelle: L'ultimo giorno che ho camminato mi svegliai senza postumi da sbronza, sapevo di avere più o meno un'ora prima che iniziasse ... la crisi di astinenza. Poi è finita. Dexter scambiò un palo della luce per un’uscita e lo prese in pieno a 150 km/h. Lui ne uscì illeso con un graffietto. Questa terapia, però, non risulta sufficiente ma, per superare il suo desiderio di alcol e per evitare il patimento dovuto al suo nuovo stato fisico, grazie all’amore che gli dà Annu (Rooney Mara), una bella hostess svedese, e al disegno di vignette satiriche (Disegno per vivere, ma la gente si arrabbia per i soggetti che uso) acquista, pian piano, il necessario sostegno psichico che gli conferisce la forza di ritornare a vivere con fiducia e con passione. Il suo sgattaiolare in modo incosciente e impavido e senza alcun timore, tra le strade della città di Portland, nell’Oregon, con la sedia a rotelle, lo dimostra in maniera evidente e chiara. E questo suo modo di fare lo rende una persona speciale che lo fa apprezzare anche dai ragazzi di strada che piuttosto che deriderlo tendono ad aiutarlo nei casi di difficoltà.
La perspicacia narrativa e l’eleganza pittorica del regista Gus Van Sant, anche in questo film, non si fanno attendere per il fatto che, come per gli altri suoi lungometraggi, affronta gli aspetti psicologici e i disagi della gioventù causati da un naturale disorientamento dovuto all’età e alla sessualità, a cui contrappone la ricerca della personalità di ogni giovane e di quella libertà di cui necessita per contrastare gli stereotipi e i pregiudizi che la società impone. E lo fa con un evidente ottimismo che si può riassumere con la massima: Niente è perduto: felice è colui che cadendo riesce a rialzarsi più vigoroso di prima.
Il film Don't Worry, He Won't Get Far on Foot è stato presentato al Sundance Film Festival 2018, in anteprima, e al Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2018, in concorso.
Filmografia
Mala Noche (1985), Drugstore Cowbiy (1989), Belli e dannati (1991), Cowgirl – Il nuovo sesso. 1993), Da morire (19959, Will Hunting- Gernio ribelle (1997), Psycho (1998), Scoprendo Forrester (2000), Gerry (2002), Elephant (2003), Last Days (20059, Paranoid Park (2007), Milk (2008), L’amore che resta (2011), Promised Land (20129, La foresta dei sogni (2015).
Francesco Giuliano

venerdì 24 agosto 2018

“Come ti divento bella” una disamina sull’autostima femminile nel tempo dello stereotipo della bellezza canonica

Titolo: Come ti divento bella

Titolo originale: I Feel Pretty

Regia: Abby Kohn, Marc Silverstein

Sceneggiatura: Abby Kohn, Marc Silverstein

Musiche: Micheal Andrews

Produzione Paese: USA, 2018-08-24

Cast: Amy Schumer, Michelle Williams, Rory Scovel, Emily Ratajkowski, Naomi Campbell, Aidy Bryant, Lauren Hutton, Busy Philipps, Tom Hopper, Adrian Martinez, […]
 
 
 
“Come ti divento bella” è una commedia che ripercorre parzialmente, nella parte iniziale, le tracce del film “Il diario di Bridget Jones” (2001), diretto da Sharon Maguire, con la brillante Renée Zellweger, che personificava una trentenne frustrata perché in sovrappeso, così come la Renee Barrett (Amy Schumer), la protagonista di questo film. Costei, infatti, è una donna insicura, insoddisfatta, perennemente angosciata e priva di autostima per il suo aspetto fisico grassottello, che non risponde ai canoni di bellezza imposti e propagandati dai media. Lavora in un ufficio sotterraneo di New York dove gestisce il sito web della grande azienda di cosmetici Lily LeClaire. Questo suo disagio come donna, che non può inserirsi nella società per il suo aspetto, è continuamente intensificato da diversi fatti: se va nella sede centrale dell’azienda incontra giovani modelle dalla linea aggraziata e snella conforme alla bellezza canonica, se va a cercare qualche vestito per sé, si sente rispondere dalla commessa di turno che “abbiamo una gamma di taglie limitata in negozio, ma può trovare taglie forti online”. Pur essendo convinta che “la bellezza è un fatto soggettivo”, confida alle sue due amiche che è “iscritta a tutti i siti, nessuno legge i profili, guardano solo le foto e questo mi frega alla grande!
A causa di tutto ciò, decide allora, per acquistare una forma esile di iscriversi in una palestra dove, nel primo incontro, a causa del suo sovrappeso, cade dalla cyclette e sbatte la testa. Quando rinviene, si guarda allo specchio e non si vede più grassa ma, al contrario, grida con enfasi “Oh, ma ... sono io?! Sono...bellissima! Quel colpo alla testa l’ha intronata e le ha fatto cambiare idea sulla sua corporeità: La mia vita è completamente cambiata!
Non solo Renee ora si ritiene bella ma, essendo una donna molto perspicace, si propone alla nipote della titolare dell’azienda Avery (Michelle Williams) come modella perché sostiene che “La modella è uno dei ruoli che potrei ricoprire! Io non sono solo questo!” La sua autostima si fa grande tant’è che fa amicizia anche con Ethan (Rory Scovel), un bel ragazzo che si invaghisce di lei e con la quale ha anche intensi rapporti sessuali. Tutto può accadere a questo punto in positivo nella vita di Renee se non fosse che sfortunatamente cadendo un’altra volta, e un’altra volta battendo la testa, al risveglio perde la convinzione di essere bella e la sua psiche la riporta a essere come prima.
Amy Schumer dimostra di essere un’attrice molto brava  che calza alla perfezione il personaggio di Renee, la quale manifesta in modo palese e brioso anche la contrarietà alla sopraffazione dei modelli stereotipati che questa società non solo propaganda e impone, ma che mette anche in secondo piano il merito e l’intelligenza delle persone che non rientrano in quei modelli canonici.
“Come ti divento bella” è stato proiettato al Giffoni Film Festival 2018.
Francesco Giuliano
 

 

domenica 19 agosto 2018

Crazy & Rich (Pazzo e ricco), una storia comune per parlare della Cina moderna


Titolo: Crazy & Rich
Titolo originale: Crazy Rich Asians
Regia:Jon M. Chu
Sogegtto: Kevin Kwan dal romanzo Crazy Rich Asians, un best-seller
Sceneggiatura: Peter Chiarelli, Adele Lim
Musiche: Brian Tyler
Produzione Paese: USA 2018
Cast: Constance Wu, Henry Golding, Gemma Chan, Lisa Lu, Awkwafina, Ken Jeong, Michelle Yeoh, Nico Santos, […]



Rachel Chu (Costance Wu), una professoressa universitaria di Economia di New York, di origine cinese ma che è vissuta negli USA sin da piccola, si reca a Singapore assieme al suo fidanzato Nick Young (Henry Golding), che deve fare da testimone di nozze al suo migliore amico. Rachel è piena di entusiasmo perché ritorna in Cina, la sua patria, ma è un po’ irrequieta in quanto deve conoscere la famiglia di Nick. Ben presto, però, scoprirà che la famiglia del suo compagno è una delle più ricche della Cina e che non è gradita sia alla madre (Michelle Yeoh) di Nick sia a tutte le aspiranti che ambiscono di sposarlo.
Per Rachel, la conoscenza della parentela e della sfera di amicizie di Nick, che si prospettava di fondamentale interesse, in effetti diventa un calvario in cui il pettegolezzo e le maldicenze la fanno da padrone. La maldicenza che le fa più male è quella di essere considerata un’arrampicatrice sociale data la modestia della famiglia da cui proviene. Anche ciò che le dice la madre di Nick è molto significativo e incisivo: Io ho scelto di occuparmi della mia famiglia, per me è un privilegio … ma tu potresti considerarlo un po’ antiquato! E anche offensivo: Io so una cosa per certo: tu non sarai mai abbastanza. A questo punto diventa tutto complicato per cui Nick le risulta innamorato pazzo ma soprattutto ricco ed è questa ricchezza che la convince di ritornarsene a New York, tant’è che Rachel confida alla sua amica Go Peik (Awkwafina): Se Nick scegliesse me perderebbe la sua famiglia …  e se scegliesse la sua famiglia? Le porterebbe rancore per tutta la vita.
Al di là della vena romantica della novella – del genere soap opera anche se in un’unica puntata - che appare, per il contenuto trattato, trita e ritrita, ciò che desta interesse nel film è l’immagine opulenta e occidentalizzata della Cina che contrasta, invece, con quella che la sua realtà sociale che ancora versa in una povertà diffusa, ma anche la preoccupazione che sta provocando, a livello internazionale, l’ascesa economica cinese, frutto di un cambiamento della politica cinese che si evince dall’incipit del film Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà (citazione del 1815 di Napoleone Bonaparte). E come sostiene, in sintesi anche Federico Rampini nel suo libro:  Il secolo cinese. Storie di uomini, città e denaro dalla fabbrica del mondo: “La dirompente potenza industriale di un paese che ospita un quinto della popolazione mondiale e alcune importanti riforme economiche hanno fatto sì che in pochissimi anni la Repubblica popolare cinese superasse quasi tutti i paesi occidentali nella classifica delle nazioni più ricche e che le sue merci invadessero il mercato globale, mettendo in gravi difficoltà molte piccole e grandi imprese, anche quelle tecnologicamente avanzate. Eppure, benché gli indicatori economici e gli ultimi eventi politici suggeriscano che il XXI secolo sarà il "secolo cinese", come il Novecento fu il secolo americano, per noi occidentali questo immenso paese dalla storia millenaria continua a restare in larga parte un mistero”.
Francesco Giuliano

venerdì 20 luglio 2018

LA XXIV EDIZIONE DELLA RASSEGNA DEL FILM RESTAURATO “NARNI. LE VIE DEL CINEMA”


Dal 25 al 29 luglio 2018 Narni (TR) ospiterà la 24^ edizione di “Narni. Le vie del cinema, la Rassegna di cinema restaurato”, diretta da Giuliano Montaldo e Alberto Crespi e organizzata per iniziativa del Comune di Narni con la collaborazione della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca NazionaleCineteca di Bologna, Mediaset/Rti, Filmauro. A ingresso gratuito a partire dalle 21.00. Gli ospiti che interverranno per parlare dei film proiettati sono: Christian Uva, Nanni Moretti, Gianni Amelio, Costanza Quatriglio, Daniele Vicari, la famiglia Moschin, Giuliano Montaldo.

Come ogni anno, anche quest’edizione proporrà una ricca selezione di film di recente recupero proiettati ogni sera sotto le stelle, a partire dalle 21.00, sul grande schermo allestito nel Parco pubblico Bruno Donatelli  di Narni Scalo e presentati da ospiti illustri.

Il filo rosso che lega le proposte di questa 24^ edizione è di fortissima attualità: Come è nata, in Italia, la contrapposizione fra destra e sinistra che ha contraddistinto tutta la storia e la politica del dopoguerra? Ha ancora senso, oggi, questa distinzione?

Si inizia mercoledì 25 luglio con il film Il compagno Don Camillo (1965) di Luigi Comencini. Ultimo film dell’indimenticabile coppia Fernandel/Cervi in cui Don Camillo e Peppone giungono in un paesino della Russia gemellato con Brescello per scoprire cosa succede nella patria del socialismo reale. A introdurre il film salirà sul palco de Le vie del cinema Christian Uva, docente universitario di cinema dell’Università Roma3. Giovedì 26 luglio è la volta di Palombella rossa (1989): sarà lo stesso regista del film Nanni Moretti a presentare al pubblico questo suo terzo lungometraggio, incentrato sulla storia del pallanuotista e funzionario del PCI Michele Apicella durante la crisi della sinistra della fine degli anni Ottanta. Venerdì 27 luglio sarà proiettato il film Novecento – Atto II di Bernardo Bertolucci. La seconda parte della storia riprende negli anni Trenta. I protagonisti Olmo e Alfredo si separano, anche intellettualmente, per prendere ognuno la propria strada. Questa seconda parte dell’affresco cinematografico sul secolo breve sarà presentata dal regista Gianni Amelio. La sera di sabato 28 luglio è in programma la proiezione del classico Non c’è pace tra gli ulivi di Giuseppe De Santis: film neorealista in cui, tramite le vicende che accadono al soldato Francesco Dominici, si ricostruisce il dopoguerra italiano nelle zone rurali del nostro paese, dove la coscienza di classe avrà il compito di diventare arma fondamentale contro i soprusi e le ingiustizie. Prima della proiezione i registi Costanza Quatriglio e Daniele Vicari saliranno sul palco del Parco pubblico Bruno Donatelli di Narni Scalo per introdurre il film. Per la serata conclusiva di domenica 29 luglio Le vie del cinema è orgogliosa di proporre Amici miei, film voluto da Pietro Germi e diretto (dopo la scomparsa dello stesso Germi) da Mario Monicelli, come omaggio al grande attore Gastone Moschin che a Narni ha vissuto per lunghi anni. Sarà proprio la famiglia Moschin, insieme con il regista e direttore de Le vie del cinema Giuliano Montaldo, a introdurre il film.

Torna per i più piccoli, dopo il successo delle edizioni precedenti, la 6^ edizione del cinema animato restaurato, che propone ogni sera per i più piccoli i film della Walt Disney in versione restaurata.

A partire dalle 21.00, all’interno del  Parco pubblico Bruno Donatelli  a Narni Scalo, i più piccoli potranno vedere sul grande schermo i classici Disney in versione restaurata. 

Saranno proiettati: Biancaneve e i sette nani (1937), primo film d’animazione della Walt Disney, diretto da David Hand, PercePearce, William Cottrell, Larry Morey, Wilfred Jackson e Ben Sharpsteen; La bella addormentata nel bosco (1959), di Clyde Geronimi, Eric Larson, Wolfgang Reitherman e Les Clark; La sirenetta (1989) di Ron Clements e John MuskerLa spada nella roccia (1963) di Wolfgang Reitherman, ultimo film uscito sotto la supervisione di Walt Disney in persona; Robin Hood (1973) di Wolfgang Reitherman.

Per info sulla Manifestazione: Segreteria organizzativa del Comune di Narni

Piazza dei Priori, 1- 05035 Narni (TR) - Tel. 0744 747282/Fax 0744 715270 / leviedelcinema@comune.narni.tr.it sito: www.leviedelcinema.it
 

 

 


 

mercoledì 18 luglio 2018

“Lunga Vita a Ermanno Olmi!” – il TFF ricorda il regista scomparso


 
 
Ad accompagnare le proiezioni e gli ospiti della giornata sarà un amico e storico collaboratore di Olmi, il regista Maurizio Zaccaro.
“Lunga vita a Ermanno Olmi!” è organizzato dal Torino Film Festival e dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con Rai Cinema, Rai Teche, Istituto Luce Cinecittà e la famiglia Olmi. 


Ermanno Olmi nacque a Bergamo il 24 luglio 1931. Si trasferì a Milano dove seguì i corsi di recitazione dell'Accademia di Arte Drammatica. Dopo una serie di documentari, nel 1959 Olmi debuttò sul grande schermo con il film ”Il tempo si è fermato” che ottenne il premio della critica alla Mostra del Cinema di Venezia del 1961. Il suo primo grande successo lo ebbe nel 1978 con “L’albero degli zoccoli” premiato al Festival di Cannes. Ottenne, in seguito, un altro grande successo con “Il mestiere delle armi” (2001). Nel 1988 vinse il Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia con “La leggenda del santo bevitore”. Nel 2008 gli venne conferito il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia. E, nel 2013, l’Università di Padova gli conferì la laurea Honoris causa  Scienze Umane e Pedagogiche per “la sua azione di valorizzazione delle radici culturali, della memoria, delle tradizioni, della grande storia e dell'esperienza quotidiana e delle piccole cose.”
Ermanno Olmi è morto recentemente, il 7 maggio 2018, all'età di 86 anni.

Filmografia

Il tempo si è fermato (1958), Il posto (1961), I fidanzati (1963), E venne un uomo (1965), La cotta (1967), Un certo giorno (1969), Durante l’estate (1971), La circostanza (1974), Alcide De Gasperi (1974), L’albero degli zoccoli (1978), Camminacammina (1982), Lunga vita alla signora (!987), La leggenda del santo bevitore (1988), Il segreto del bosco vecchio (1993), Il mestiere delle armi (2001), Cantando dietro i papaveri (2003), Tickets (2005) Centochiodi (2007), Il villaggio di cartone (2011), Torneranno i prati (2014).

Francesco Giuliano

domenica 15 luglio 2018

“Chiudi gli occhi - All I See Is You” descrive la differenza tra amore e possesso in una coppia sposata


Titolo: Chiudi gli occhi - All I See Is You

Titolo originale: All I See Is You

Regia: Marc Forster

Sceneggiatura: Marc Forster, Sean Conway

Musiche: Marc Streitenfeld

Paese Produzione: USA, Thailandia, 2016

Cast: Blake Lively, Jason Clarke, Ahna O’Reilly, Wes Chatham, Danny Huston, Miquel Fernandez, Kaitlin Orem, Yvonne Strahovski, Xavi Sanchez, Stacee Vatanapan, […]
 
 
 
“Chiudi gli occhi - All I See Is You”  è un trhiller dai risvolti drammatici che descrive la storia dei coniugi Gina (Blake Lively) e James (Jason Clarke) che vivono a Bangkok, in Thailandia. Gina fa lezioni di chitarra mentre James lavora. Gina, rimasta cieca in seguito ad un incidente stradale, in Spagna nei pressi di Barcellona, in cui  persero la vita ambedue i genitori, è benevolmente e amorosamente accudita dal marito che la soddisfa in tutto e per tutto. All I See Is You (Tutto ciò che vedo sei tu) è un titolo che descrive esaurientemente la situazione familiare e sociale di Gina. Sono felici e si godono la vita, ma questa situazione muta dopo che, in seguito ad un trapianto di cornea eseguito dal dott. Hughes (Danny Huston), Gina riacquista la vista nell’occhio destro: da dipendente diventa indipendente dal marito. In questi anni ti ha mai pesato prenderti cura di me? Chiede Gina. No, mi ha fatto sentire speciale. Le risponde James. D’ora in poi, tuttavia, Gina può fare tutto ciò che vuole da sola e può vedere tutto ciò che desidera, può apprezzare la bellezza variegata del mondo in cui vive, e conoscere le persone guardandole in faccia. Può andare a trovare la sorella Carla (Ahna O’Reilly) che vive a Barcellona. Dal buio Gina passa alla luce e quindi alla conoscenza e con la conoscenza incomincia a vedere con chiarezza ciò che prima le era impedito, anche ciò che ora con la vista le risulta diverso da come lo aveva immaginato. Gina si sentiva più amata, più apprezzata. Ora non più! James si comporta freddamente sia perché si sente depauperato del ruolo che svolgeva prima, sia perché dalle analisi risulta di  essere affetto da impotentia generandi, tant’è che Gina lo vede cambiato fino al punto di farle paura. Sei tu ad essere cambiata, non hai più bisogno di me - le dice James, ormai al tracollo psichico.
Da quel momento, qualcosa è cambiato nella loro relazione tant’è che Gina conosce Daniel (Wes Chatham) con cui viene ad avere un rapporto sessuale e ciò altera ancora di più le condizioni su cui era basato il loro equilibrio amoroso: la  loro vita di relazione diventa una vita basata sull’ambiguità e sul sospetto con cui sarà difficile instaurare un nuovo equilibrio. La loro felicità si trasforma in dramma.
Nei titoli di coda la bellissima canzone “Reality and Fantasy” cantata da Raphael Gualazzi.
Il film è stato presentato in anteprima al Toronto International film Festival 2016.
Filmografia
Loungers (1995), Everything Put Together (2000), Monster’s ball – L’ombra della vita (2001) – Neverland – Un sogno per la vita (2004), Stay – Nel labirinto della mente (2005), Vero come la finzione (2006), Il cacciatore di aquiloni (2007), Quantum of Solace (2008), Machine Gun Preacher (2011), World War Z (2013), Chiudi gli occhi – All I See is You (2016), Ritorno al Bosco dei 100 Acri (2018).
Francesco Giuliano
 
 

 

“12 soldiers” in chiave moderna rievoca il genere del western americano auto-celebrativo


Titolo: 12 soldiers

Titolo originale: 12 Strong

Regia: Nicolai Fuglsig

Soggetto: Doug Stanton (dal libro Horse Soldiers)

Sceneggiatura: Peter Craig, Ted Tally

Musiche: Lorne Balfe

Produzione Paese: USA 2018

Cast: Chris Hemsworth, Michael Shannon, Michael Peña, Navid Negahban, Trevante Rhodes, Geoff Stults, Thad Luckinbill, William Fichtner, Rob Riggle, Elsa Pataky, Austin Stowell, Ben O’Toole, Austin Hébert, Kenneth Miller, Kenny Sheard, Numan Acar, Fahim Fazli, […]

 
“12 soldiers” è un film che descrive, nelle sue linee essenziali, una storia vera avvenuta nell’Afghanistan settentrionale dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 nei campi di battaglia contro i Talebani. Il soggetto è tratto dal libro Horse Soldiers di Doug Stanton. Al di là del contenuto da cui si evince la situazione socio-politica afghana e la asprezza del territorio, “12 soldiers” rievoca il genere del vecchio western americano auto-celebrativo, un po’ sulla stessa scia dei “Berretti verdi” (1968), co-diretto da John Wayne, Ray Kellogg e John Gaddis, e si mostra irrealistico nelle azioni, tant’è che ai cinefili fa pensare al celeberrimo “Quella sporca dozzina” (1967) di Robert Aldrich. Da esso emerge il senso dell’audacia, il valore del coraggio e quello dell’onore caratteristici di questo genere di film statunitensi e la spinta umana atta a salvaguardare e proteggere i più deboli come risalta nel magnifico film “I magnifici sette”(1960) di John Sturges, pur di mantenere alto e nobile il prestigio dell’essere soldato americano. In definitiva, un film propagandistico che è incoerente con la confusa e incoerente azione politica statunitense dell’era trumpiana. Il film è povero di dialoghi sui quali prevalgono soprattutto le azioni di guerra a cavallo e anche le attese esplosioni delle bombe lanciate dagli aerei americani che risolvono ogni problema fino alla vittoria mostrandone la forza bellica. Uno spettacolo per lo spettatore amante di questo genere di film pari a quello che egli avrebbe osservando una manifestazione festaiola pirotecnica di fuochi d’artificio.
Banale appaiono  sia la differenza tra soldato e guerriero, che può piacere soltanto ai signori della guerra, e la passione che un guerriero deve mostrare nell’uccidere il suo nemico.
Francesco Giuliano

mercoledì 11 luglio 2018

“Stronger – Io sono più forte” dimostra la grande voglia di vivere di chi è stato ad un passo dalla morte.


Titolo: Stronger – Io sono più forte

Titolo originale: Stronger

Regia: David Gordon Green

Soggetto: Jeff Bauman e Bret Witter (dal libro autobiografico Stronger)

Sceneggiatura: John Pollono

Musiche: Michael Brook

Produzione Paese: USA, 2017

Cast: Jake Gyllenhaal, Tatiana Maslany, Miranda Richardson, Richard Lane Jr., Clancy Brown, Lenny Clarke, Patricia O’Neil, Katharine Fitzgerald, Danny McCarthy, Frankie Shaw, Jimmy LeBlanc, Carlos Sanz, Cassandra Cato-Louis, […]



 
 
“Stronger – Io sono più forte” descrive la storia della vita appassionata  e sofferta di Jeff Bauman (Jake Gyllenhaal), un uomo normale che perse le due gambe a causa dello scoppio delle due bombe durante la maratona di Boston del 15 aprile 2013, a cui parteciparono più di ventisettemila persone. Jeff divenne celebre e famoso perché non appena si svegliò dal coma, nell’ospedale dove era stato ricoverato per le ferite subite, scrisse su un foglio che aveva visto l’attentatore (che in seguito venne arrestato e condannato alla pena capitale). Jeff si trovava in quel posto, al Copley Square, perché aveva preparato un cartello per la sua ex ragazza, Erin Hurley (Tatiana Maslany), con la quale voleva riprendere la relazione. Ehi, sarò lì al traguardo. Avrò un cartello enorme per te! Le aveva detto il giorno prima pensando di farle cosa gradita e ricondurla a sé.
Il regista David Gordon Green, nel descrivere dettagliatamente e in modo coinvolgente le sofferenze e lo sconforto di Jeff sostenuti durante tutta la terapia di recupero, mette in evidenza quanto sia stato necessario l’amore mostrato da Erin che ritorna da lui dicendogli: Ho già perso la mia famiglia, non perderò anche te Jeff. Non solo. E quanto abbia funzionato da volàno stimolante e moralmente incoraggiante l’affetto dimostratogli da tutti i suoi concittadini che lo hanno trattato come se fosse stato un eroe. Anche se la vera eroina sia stata la sua compagna Erin.
Ciò che non ti uccide ti rende più forte: è questo il motto che si trova nella locandina del film che serve a evidenziare che una persona, uomo o donna che sia, quando si accorge di essere stata ad un passo dalla morte, come scriveva lo scrittore Primo Levi nel suo romanzo Se questo è un uomo, si persuade inconsciamente che la vita ha uno scopo radicato in ogni fibra di uomo, è una proprietà della sostanza umana. Infatti, quando Jeff si reca autonomamente con “le sue nuove gambe”, per ripristinare la relazione già interrotta con la sua amata Erin, le dice che c'era un giorno in cui pensavo solo di mollare, ora, invece, voglio vedere il mondo dall'alto. Il dolore non passerà mai, ma io voglio...vivere!
E questo comportamento encomiabile lo hanno dimostrato atleti di casa nostra come Alex Zanardi, ex pilota automobilista, e la brava schermitrice Beatrice Vio.
Il film è stato presentato al TIFF - Toronto International Film Festival 2017.
 
Filmografia
George Washington (2003), Undertow (2004), Snow Angels (2007), Strafumati (2008), Sua Maestà (2011), Lo spaventapassere (2011), Prince Avalanche (2013), Joe (2013), Manglehorn (2014), All’ultimo voto (2015), Stronger – Io sono il più forte (2017), Hallowen (2018).
Francesco Giuliano