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venerdì 27 settembre 2019
“Ad astra”, una profonda e stimolante riflessione sulle inclinazioni dell’uomo connesse con il senso della vita
Titolo: Ad Astra
Regia: James Gray
Sceneggiatura: James Gray, Ethan Gross
Musiche: Max Richter
Produzione Paese: USA, Brasile, Cina, 2019
Cast: Brad Pitt, Tommy Lee Jones, Ruth Negga, Liv
Tyler, Donald Sutherland, John Ortiz, Greg Bryk, Loren Dean, John Finn, Kimberly
Elise, LisaGay Hamilton, Jamie Kennedy, Natasha Lyonne, […]
Ad astra, locuzione forse estrapolata dalla
più completa frase latina Per aspera sic
itur ad astra, con la quale si vuole indicare che
per giungere alle stelle, ovvero alla gloria o al successo, bisogna superare
grandi ostacoli, ricalca molto bene il contenuto di questo bel lavoro di James
Gray.
Ci sono film, tra cui il capolavoro indiscusso 2001 - Odissea nello spazio (1968) di
Stanley Kubrick a cui si affianca la SUA risposta sovietica Solaris (1972) di Andrej Tarkovskij, e i più recenti Gravity (2013) di Alfonso Cuaron e Interstellar (2014) di Christopher Nolan
che, assieme a questa recentissima pellicola Ad Astra, affrontano il problema del rapporto dell’uomo con
l’universo, spesso considerato come causa di imprevisti per l’uomo. In questo
contesto, viene compreso sua sponte il dilemma connesso con la
continua ricerca del senso della vita, che, a tutt’oggi, a meno che l’essere
umano non rifugga, come è suo solito di fronte al mistero, nei dogmi religiosi
come del resto fa da quando è stato creato, rimane profondamente irrisolto.
Uno degli imprevisti che, nel film Ad
Astra, nocciono alla Terra, sono delle
emissioni improvvise di energia di origine ignota, provenienti da Nettuno, il
pianeta ai confini del Sistema solare. Si sospetta che esse potrebbero essere
causate dalla base spaziale del progetto LIMA, che ventinove anni prima era
stato condotto dall’astronauta Clifford McBride (Tommy Lee Jones), e di cui non si è saputo più nulla da sedici anni,
anche se ci sono dei segnali che fanno pensare che sia vivo.
Conseguentemente lo SpaceCom, il Comando Spaziale, per indagare sulle cause di
ciò, convoca il quarantacinquenne maggiore Roy McBride (Brad Pitt),
figlio di Clifford, a cui vuole affidare la missione segreta di ricerca del
padre. Roy, che aveva sedici anni quando il padre partì, è stato sempre
affascinato dalle sue gesta, tant’è che manifesta il suo orgoglio di figlio dicendo: Faccio quello che
faccio grazie a mio padre, lui era un eroe. Ha sacrificato la sua vita per il
sapere. E Roy, anche se viene avvertito sui
rischi a cui andrà incontro (Potrebbe
essere uno shock per lei, suo padre faceva esperimenti con del materiale classificato
che poteva compromettere il nostro intero sistema solare, distruggendo ogni
forma di vita! Contiamo su di lei per scoprire cosa sta succedendo) accetta senza alcun a titubanza la missione (pronto a fare il mio lavoro al meglio delle
mie capacità. Ribadisco il mio fermo impegno a completare la missione secondo
le regole, se necessario distruggerò il progetto nella sua totalità. La Terra
sperava in lui ed ora è tutto ... nelle mie mani!)
A tal punto lo spettatore, di cui viene coinvolta tutta
la sua immaginazione, ha l’occasione di gustarsi, sulla base di un’attraente
scenografia, le intime riflessioni e gli intensi e profondi dialoghi,
accompagnati da musiche originali che ben si adattano alle continue azioni
frenetiche e imprevedibili che si presentano. Attraverso essi, grazie all’uso
metaforico che il regista pone con buon esito in atto, lo spettatore coglie l’attitudine
drammatica dell’uomo volta non solo a distruggere il proprio pianeta ma anche a
danneggiare gli altri corpi celesti, vedi la Luna e il pianeta Marte, così come
è avvenuto sulla Terra a decorrere soprattutto dal 1492, anno di scoperta dell’America.
Trasportato delle sue passioni, che lo inducono all’affannosa ricerca della
verità o alla bramosia di grandezza, l’uomo abbandona i suoi affetti più cari e
si scontra con la sua essenza: il padre, che lascia la sua famiglia e il figlio, per realizzare il suo sogno, o il marito che lascia la moglie per dare un scopo
all’impronta educativa ricevuta e alle sue innate aspirazioni. E in questo continuo trasporto
il tempo passa, l’età avanza e, ad un certo punto, egli si accorge degli errori
commessi, dell’inutilità di questa lotta sfrenata e cerca di tornare sui suoi
passi finché sia possibile, altrimenti rinuncia al suo scopo e alla sua vita.
Il film è stato presentato alla LXXVI edizione della Mostra
Internazionale del Cinema di Venezia.ì
Filmografia
Little Odessa (1994), The Yards (2000), I
padrone della notte (2007), Two Lovers (2008), C’era una volta a New York
(2013), Civiltà perduta (2016).
Francesco Giuliano
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