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giovedì 14 marzo 2013
“Viva la libertà” è un film di grande attualità
Titolo: Viva la libertà
Regia: Roberto Andò
Sceneggiatura: Roberto Andò,
Angelo Pasquini
Produzione: Italia 2013
Cast: Toni Servillo, Valerio
Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Anna Bonaiuto, Michela Cescon, Eric Trung Nguyen, Andrea Renzi,
Judith Davis, Gianrico Tedeschi, Renato Scarpa, Massimo De Francovich, Lucia Mascino, […]
Non
ha fatto in tempo Roberto Andò a scrivere il suo libro “Il trono vuoto” (ed.
Bompiani) e a ricevere il premio Campiello 2012 che subito ne ha tratto e
diretto questo film “Viva la libertà” con il quale ha ottenuto un meritato
successo. Un film che denota non solo il bagaglio culturale soprattutto
filosofico e letterario del regista, ma anche la sua nutrita collaborazione con
registi dello stampo di Federico Fellini di cui nel film presenta un cammeo. Un
film entusiasmante, commovente e divertente, coinvolgente, grottesco, ironico e
malinconico nel contempo, passionale, pirandelliano (due fratelli che
compenetrano vicendevolmente le loro personalità) e per questo saturo di
ambiguità, shakesperiano ("Meglio essere e sparire piano piano, o sparire
del tutto per tornare a essere?"), machiavellico (il fine giustifica i
mezzi), intriso di poesia. Un film ricco di connotati, dunque, con un ritmo
tale da non lasciare annoiato o scoperto lo spettatore in nessun momento e che
costituisce un predizione azzeccata considerando i risultati elettorali recenti.
La fabula narra, infatti, del segretario del partito che sta all’opposizione,
l’onorevole Enrico Oliveri (Toni Servillo) che, ormai scoraggiato e disilluso
sia dal suo gruppo che dai sondaggi che lo vedono perdente alle imminenti
elezioni, decide di sparire, improvvisamente, senza aver detto niente a
nessuno, né al suo collaboratore Andrea Bottini (Valerio Mastandrea), né alla
moglie Anna (Michela Cescon). Fugge soprattutto da una situazione
caratterizzata da una forte paralisi del sistema politico vigente e si rifugia
nel suo passato, nei ricordi di un tempo che lo hanno visto felice e innamorato
della bella Danielle (Valeria Bruni Tedeschi). Sarà il suo collaboratore
Bottini a trovare una soluzione geniale, diciamo pirandelliana, aiutato dalla
moglie di Oliveri, Anna in quanto, come si vedrà nel film, “ogni originale è di
per sé una contraffazione”. Bottini va alla ricerca del fratello gemello di
Oliveri, Giovanni Ernani, un filosofo intellettuale, spiritoso e brioso, che mantiene
il carattere disinibito ed estroverso dei postumi di una malattia mentale da
cui sembra essere guarito dopo un ricovero in un ospedale psichiatrico. Lo
trova e gli chiede di sostituire il fratello in tutto e per tutto, assumendone
sia le vesti di marito che quella di segretario del partito. Ernani accetta di assumere
e sostituisce il fratello magnificamente a tal punto che tutti credono che sia
veramente Enrico e che anche Anna in seguito se ne innamorerà. Ernani riesce,
con la sua sapienza di demente vissuto, la sua intelligenza spregiudicata e
soprattutto mettendoci la passione, parola scomparsa dal vocabolario politico
che cita in suo discorso dinanzi ad una nutrita folla, e sottoscrivendo
"l'unica alleanza possibile … con la coscienza delle persone…", ad
infervorare il suo gruppo e a far risalire i sondaggi spiazzando tutti, anche
il politico avversario De Bellis (Andrea Renzi) che, meravigliandosi di questo successo,
pensa addirittura che Oliveri abbia subito un cambio di personalità in seguito
all’uso di certe sostanze chimiche, di cui aveva già sentito parlare.
Tutto
avviene nel film come in politica. In “Viva la libertà”, infatti, la fabula
congiura a far assomigliare la politica al cinema in modo perfetto in quanto
come dice il regista Mung (Eric Trung
Nguyen), il marito di Danielle, sia l’una che l’altro “usano
il bluff”, l’imbroglio, l’intrico, l’inganno, la simulazione. La grande
differenza, però, sta nel fatto che il cinema usa la metafora, l’allegoria, la
parabola, la similitudine, che la politica non può usare perché ha a che fare
con delle persone in carne e ossa.
Nel
film tutti gli attori sono bravi, ma fra tutti emerge Toni Servillo, che da
eccellente attore di teatro riesce a doppiare le due parti, quella di Enrico
Oliveri e quella di Giovanni Ernani, in modo magistrale. Giocando con piccoli
movimenti mimici, con gesti accennati e col tono della voce, Servillo indossa
le due maschere (maschera dal latino
significa persona) dai tratti
somatici uguali e riesce a far cogliere allo spettatore le differenze e le
somiglianze dei due fratelli in un alternarsi dei ruoli, politico e filosofo
folle, che fanno capire pirandellianamente parlando come la lettura della
realtà possa cambiare a seconda della visuale da cui si guarda.
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