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sabato 19 maggio 2018
“Dogman” mette a confronto la violenza con la debolezza e le conseguenze che ne derivano
Titolo:
Dogman
Regia:
Matteo Garrone
Sceneggiatura:
Ugo Chiti, Massimo Gaudioso, Matteo Garrone
Musiche:
Michele Braga
Produzione
Paese: Italia, Francia, 2018
Cast:
Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Alida Baldari Calabria, Nunzia Schiano, Adamo
Dionisi, Francesco Acquaroli, Gianluca Gobbi, […]
Ispirato
ad un fatto delittuoso realmente avvenuto, a Roma, sul finire degli anni
ottanta, “Dogman” mette in risalto senza soluzione di continuità e con
chiarezza profondamente realistica il confronto tra la debolezza e la violenza
umane, evidenziandone i limiti e le conseguenze bizzarre e criminose che da
tale confronto ne possono derivare. Il film, nel contempo, si fa apprezzare dai
cinefili per la sua originale sceneggiatura che mette in luce l’evidente
connessione tra lo squallore delle condizioni ambientali e lo squallore dei
sentimenti umani e per la sua spettacolare singolarità filmica, ma si fa lodare
anche dai cinofili per l’amore e la cura espressi verso i cani che vengono accuditi
a dismisura e meglio di un essere umano.
Marcello
è un canaro (Marcello Fonte), mite,
molto legato alla figlia Alida (Alida Baldari Calabria) che ama profondamente,
e gestisce una pensione per cani, che accudisce con grande destrezza e insolita
tenerezza. Marcello è ben voluto da tutti e si ritiene amico di Simone (Edoardo
Pesce), un uomo molto violento che non sa cosa significhi il rispetto delle
persone e delle cose altrui, tant’è che è malvisto dagli esercenti del
quartiere per la sua sfrenata prepotenza che è difficile da contrastare. Marcello,
soggiacendo spesso a Simone o per paura che gli procuri del male o perché si
sente soggiogato, gli acconsente qualunque richiesta lecita o illecita, vuoi di
droga, vuoi di complicità in fatti delinquenziali, anche se lo fa a malincuore.
Una volta, per aver consentito a Simone di rubare presso il negozio di “Compro
oro” limitrofo al suo negozio per cani, Marcello finisce diritto in prigione,
da cui esce dopo un anno, completamente cambiato. Marcello, dopo l’esperienza
carceraria, non accetterà più le prepotenze gratuite che Simone esercitava su
di lui perché ora si sente odiato dagli abitanti del quartiere che lo hanno isolato.
Infatti, comincia una continua diatriba con Simone che porta Marcello a reagire
in modo spropositato e sbagliato al fine di recuperare il prestigio di cui
godeva precedentemente in quell’ambiente.
“Dogman”,
l’ultimo film di Matteo Garrone, uscito nelle sale il 17 maggio, il giorno
stesso della sua proiezione in anteprima a Cannes, dove è in concorso per la
Palma d’oro 2018, è stato accolto favorevolmente dalla critica e dal pubblico
sia per quanto riguarda la sceneggiatura sia per le eccellenti interpretazioni
dei due attori protagonisti, Marcello Fonte ed Edoardo Pesce, che per questo ne
escono comunque vincitori. In “Dogman”, Garrone fa giocare a ping pong la violenza fisica con la
violenza psicologica mettendo a confronto l’esilità corporea di Marcello con l’imponenza
fisica di Simone, e dà subito allo spettatore l’idea che la violenza dell’uomo possente
è sempre vincente sull’uomo gracile e debole, così come si trova raccontato
sapientemente nella favola “il lupo e l’agnello” di Esopo (VI sec. a.C.). Ma
come sosteneva lo storico latino Ennio, negli Annales, non sempre è così perché “Qui vincit non
est victor nisi victus fatetur”, cioè “Chi vince non è vincitore se il vinto non si
considera tale”. Al tempo stesso, per gli eventi che si succedono nel film, ne
deriva il messaggio che dalla violenza non può che derivare altra violenza,
anche quando essa abbia origine da chi non sia ritenuto violento perché ogni
essere umano ha un livello di sopportazione, superato il quale reagisce
esageratamente.
Filmografia
Terra di mezzo (1996), Ospiti (1998), Estate romana (2000),
L’imbalsamatore (2002), Primo amore (2004), Gomorra (2008), Reality (2012), Il
racconto dei racconti -Tale of Tales (2015).
Francesco Giuliano
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