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sabato 5 ottobre 2013
“Anni felici” descrive una storia d’amore in un’atmosfera di incipiente trasgressione sociale
Titolo: Anni felici
Regia: Daniele Luchetti
Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Stefano Rulli,
Daniele Luchetti, Caterina Venturini
Produzione: Italia, Francia, 2013
Cast: Kim Rosi Stuart, Micaela Ramazzotti, Martina
Gedeck, Samuel Garofalo, Niccolò Calvagna, Benedetta Bucellato, Pia Engleberth,
[…]
Era il 1974, anno in cui ci fu il
referendum sul divorzio che sancì, contrariamente alla posizione ecclesiastica intransigente
e bigotta, il superamento dell’ipocrisia coniugale dando ai coniugi la facoltà
di sciogliere
definitivamente il matrimonio, dando un colpo netto al “divorzio all’italiana”.
Quell’anno, dunque, segnò il primo passo verso la trasgressione sessuale
manifesta, verso la dichiarazione aperta di omosessualità, verso il femminismo
e verso la liberazione dal conformismo, quando ancora l’Italia si trovava nel
mezzo di un contesto sociale molto difficile e triste a causa del terrorismo dilagante,
iniziato qualche anno prima con la strage di Piazza Fontana, alla Banca
Nazionale dell’Agricoltura, a Milano. Il regista Daniele Luchetti dirige questa
pellicola “Anni felici”, che non risente affatto di quell’atmosfera terrificante, raccontando una storia dai tratti autobiografici,
una storia d’amore difficile ambientata proprio nell’anno dal quale la
società si avvia alla conquista dell’autenticità espressiva e della libertà che
fino ad allora era stata repressa, quella dell’amore. Il fulcro di questo film appare
la trasgressione nei suoi diversi connotati, quello artistico mostrato da Guido
(Kim Rossi Stuart), artista d’avanguardia oltre che docente all’Accademia delle
Belle Arti che cerca di sfondare nel campo dell’arte, quella extraconiugale della
moglie Serena (Micaela Ramazzotti) che, inizialmente aggrappata all’amore
coniugale, scopre gradualmente e per caso sia il femminismo che l’omosessualità
vivendola come un fatto naturale.
Luchetti, che è stato autore di film importanti e di
grande successo come “Il portaborse” con Silvio
Orlando (1991), “La scuola” (1995) ancora con Silvio Orlando, “Mio fratello è
figlio unico” con Riccardo Scamarcio e Elio Germano (2007) dal romanzo di
Pennacchi “Il fascio comunista” ambientato a Latina, “La nostra vita” (2010)
con Elio Germano, e che ha sempre saputo attrarre il pubblico con le sue storie
ordinarie e realistiche, con questo film non riesce ad essere convincente
perché non costruisce quel pathos caratteristico che fa immedesimare lo
spettatore alle sue storie, né tanto meno lo sono gli attori principali Kim Rossi Sturt e Micaela Ramazzotti.
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