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martedì 4 settembre 2018
“Resta con me” perché un amore vero è come un dio che va amato per sempre
Titolo:
Resta con me.
Titolo
originale: Adrift
Regia:
Baltasar Kormákur
Sceneggiatura:
Aaron Kandell, Jordan Kandell, David Branson Smith
Musiche:
Volker Bertelmann
Produzione
Paese: USA, 2018
Cast:
Shailene Woodley, Sam Clafin, Jeffrey Thomas, Elizabeth Hawthorme, Grace
Palmer, Siale Tunoka, Kael Damlamian, […]
Tami Oldham Ashcraft (Shailene
Woodley) è una ragazza
di 23 anni molto coraggiosa, amante dell’avventura e del rischio, che si
trasferisce a Tahiti per un lavoro di qualunque natura, ma dove si innamora
perdutamente dello skipper Richard Sharp (Sam Clafin), di una decina di anni più
vecchio di lei. Eros squarcia i loro cuori a prima vista, tant’è che si mettono
insieme, abitano nella barca costruita in sette anni da Richard, e trovano
sfogo lavorativo evadendo commissioni di proprietari di imbarcazioni che conducono
da un porto all’altro. L’ultimo lavoro che gli viene commissionato riguarda il
trasporto di una barca da Tahiti a s. Diego in California: un viaggio pieno d’insidie
in quanto devono navigare nell’Oceano Pacifico che, a differenza del nome,
non ha niente di tranquillo. Sono
più di quattro mila miglia, è una follia! – dice, infatti, Tami a
Richard. Tant’è
che dopo alcuni giorni di navigazione, vengono colti da un violento uragano che
distrugge parzialmente la barca. Una tempesta perfetta! A questo punto, inizia
per Tami un continuo e stressante travaglio. In balia di un netto
disorientamento e priva di ogni mezzo di comunicazione, Tami cerca di riparare
la barca al fine di potere navigare in mezzo a quel mare infinito e deserto (Siamo sperduti nel Pacifico, è un'area di ricerca
infinita, non ci troveranno mai!), al di fuori di ogni rotta umana e di accudire, con
grande dedizione, il suo amato Richard che è gravemente ferito ad una gamba
infetta, almeno così trapela dall’immaginazione della giovane. Immaginazione
per sopravvivere e per dare impulso alla sua perseveranza e al suo
forsennato coraggio perché, come scrive Primo Levi, in Se questo è un uomo, “la persuasione che la vita ha uno scopo radicato in ogni
fibra di uomo, è una proprietà della sostanza umana”. Ed è proprio ciò che porta Tami verso la strada della salvezza come un novello
Ulisse.
Il
regista Baltasar Kormákur, grazie ad una sceneggiatura straordinaria e priva di
sbavature, dirige con estro un film seducente, coinvolgente, ricco di suspence, in cui amalgama la realtà e l’immaginazione con grande disinvoltura e sciolta destrezza.
Egli descrive il dramma con una
serie molto serrata di drammi che si susseguono e che fanno percepire la sofferenza
della protagonista, che conduce il film, dall’inizio sino alla fine, accattivandosi
la simpatia dello spettatore, che soffre assieme a lei senza soluzione di
continuità. Come diceva il presidente Roosevelt: L’unica cosa di cui dobbiamo aver paura
è la paura stessa. E la paura Tami riesce a
vincerla con grande sopportazione. La sofferenza, tuttavia, viene dipanata
dall’esplosione di un amore che Tami, come un fiore che apre la sua corolla al
mondo per manifestare tutta la sua bellezza, esprime nei confronti del suo
Richard presente nella sua mente così come nel suo cuore. Appare, dunque,
questo film, privo di sentimentalismo o di strategie mielose, un elogio dell’amore
come motore del mondo, un elogio dell’amore che come un dio va amato per
sempre. Ma appare pure come la lotta sfrenata dell’uomo contro la violenza
della Natura che può essere vinta se si continua a lottare con tenacia e
caparbietà senza arrendersi mai.
Filmografia
101 Reykjavik (2000), il mare (2002), A little Trip to Heaven
(2005), Myrin (2006), Bruoguminn (2008), Reykjavik – Rotterdam (2008), Una tragic
scelta (2010), Contraband (2012), The Deep (2012), Cani sciolti (2013), Everest
(2015), Ofæro (2015), The Oath – Il giuramento.
Francesco Giuliano
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