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giovedì 27 settembre 2012

In “The words” i registi Brian Klugman e Lee Sternthal affrontano il dilemma: le parole condizionano la vita di un uomo?

Titolo: The words
Regia: Brian Klugman e Lee Sternthal
Sceneggiatura: Brian Klugman e Lee Sternthal
Produzione: Stati Uniti, 2012
Cast: Bradley Cooper, Jeremy Irons, Dennis Quaid, Zoe Saldana, Nora Arnezeder, Olivia Wilde, Ben Barnes, J.K. Simmons, Michael McKean, […]

Bello, coinvolgente e senza dubbio interessante questo film “The words” dal sapore brectiano, diretto a quattro mani da Brian Klugman e Lee Sternthal che hanno fatto avvicendare i protagonisti attorno alle parole, alle parole di un libro, quelle parole che lasciano il dubbio su ciò che esse vogliono esprimere: la realtà o la finzione, la vita che si è costretti a vivere o la vita che si vorrebbe vivere ? A volte dietro le parole ci si perde e si perde il senso della vita e con esso si abbandonano anche le persone care. A volte dietro le parole c’è solo menzogna o anche immaginazione o invenzione. A volte ancora si ricorre alle parole per non affrontare i problemi della vita. Questo è ciò che sostiene uno dei personaggi più misteriosi del film, il vecchio (Jeremy Irons), quando afferma che  "La mia tragedia è stata amare tanto le parole, più della donna che le ha ispirate". E le parole scritte diventano pesanti come macigni indistruttibili.
Il film ruota su tre personaggi ognuno dei quali, Rory Jansen (Bradley Cooper), Clay Hammond (Dennis Quaid) e il vecchio (Jeremy Irons), è uno scrittore. Il primo è uno scrittore fallito che ha successo imprevedibilmente per avere pubblicato un libro copiando un manoscritto capitato tra le sue mani per caso, il secondo è uno scrittore di successo che presenta in modo originale le diverse sfaccettature dello scrittore e il terzo è uno scrittore svanito, un uomo che  lasciandosi trasportare dalla foga di scrivere perde l’amore della donna che lui ama sconvolgendo così l’intera sua esistenza. In tutti e tre i casi, ognuno di loro ha fatto una scelta e quella scelta gli ha condizionato la vita, il proprio modo di essere. Ma questo non è forse il dilemma shakespeariano: To be, or not to be: that is the question, Essere o non essere: questo è il problema. Quando un individuo si trova dinnanzi ad un bivio qual è la scelta migliore da fare? Spesso egli si lascia trasportare dalle circostanze e dai suoi sentimenti e quando ne prende coscienza non sempre sarà possibile cambiare la rotta. Quella scelta fatta gli condizionerà la vita per sempre, irreversibilmente. Le scelte sono come le parole. Scripta manent! E poi ci saranno delusioni o soddisfazioni?
I registi sono stati abili nell’elaborazione della sceneggiatura e nella conduzione degli attori, tutti bravi, che lasciano continuamente lo spettatore con il fiato sospeso e alla fine con l’amaro in bocca.