Nella sua ultima opera il regista torinese si ispira a un omonimo libro Stephen Amidon e racconta un Nord-Est decaduto e corrotto, dove la coscienza è muta di fronte ai peccati della avarizia.
Buona parte della comunità brianzola ha attaccato duramente il regista considerandolo colpevole di realizzare una visione distorta della loro terra e a mio parere dimenticando che il film non descrive una verità assoluta, ma solo un aspetto di una realtà complessa,
Virzi è bravissimo a descrivere un dramma e una decadenza territoriale che non deve però farci dimenticare quella parte di capitalismo sano e produttivo che ancora tiene in piedi il nostro paese.
Il regista Paolo Virzi |
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