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lunedì 30 maggio 2016
"Julieta" ovvero il dramma di una madre
Titolo:
Julieta
Titolo
originale: Silencio
Regia:
Pedro Almodòvar
Soggetto:
Alice Munro
Sceneggiatura:
Pedro Almodòvar
Musiche:
Alberto Iglesias
Produzione
Stato: Spagna 2016
Cast:
Emma Suarèz, Adriana Ugante, Daniel Grao, Inma Cuesta, Dario Grandinetti, Rossy
De Palma, Michelle Jenner, Susi Sanchez, Pilar Castro, Joaquin Notario, Nathalie
Poza, Martiam Bachir, Priscilla Delgado, […]
Un
mondo tutto al femminile in cui sono presenti soltanto due uomini, Lorenzo (Dario
Grandinetti), il compagno di Julieta adulta (Emma Suarèz), e Xoan (Daniel Grao),
il marito di Julieta giovane (Adriana Ugante) con il quale ha concepito la
figlia Antia (Priscilla Delgado), quello descritto magnificamente e
realisticamente da Pedro Almodòvar in questo film emozionante e drammatico. È
la storia di Julieta, una donna laureata in filologia classica, dall’ampia
cultura che corregge bozze di libri inediti. Julieta mostra un carattere riflessivo,
conduce una vita solitaria, tinta da un alone di mistero. Ella conserva un
grande segreto che non svela neppure al suo compagno Lorenzo, con il quale ha
deciso di trasferirsi da Madrid in Portogallo. Vuole lasciare Madrid perché Madride
i suoi luoghi, la stessa casa in cui abita, le fanno ricordare ciò che lei
vorrebbe eliminare dalla sua mente per sempre, così come fa con una grande busta
azzurra, ben conservata in un cassetto della sua scrivania, che butta in un
cestino di carte. Un incontro fortuito con Beatriz (Michelle Jenner), amica di
infanzia della figlia Antia, la fa desistere da questa partenza irrazionale e le fa
prendere la decisione di rimanere a Madrid. Incomincia a scrivere, allora, una
lettera alla figlia che non vede e non sente da dodici anni e della quale ha
perso ogni traccia, cioè da quando Antia aveva compiuto diciotto anni . Nella lettera
Julieta, ricordando tutto ciò che è successo dal momento in cui Antia è stata
concepita, descrive la storia della sua vita da quando, ancora neolaureata,
insegnava con passione e grande entusiasmo letteratura greca al liceo. Ne mette
in luce la sua sensibilità, i suoi sensi di colpa, le sue debolezze, le scelte
sbagliate, le sue passioni, i suoi amori, le sue gioie ma soprattutto i dolori
e le delusioni amorose e familiari.
Il
film è un susseguirsi di emozioni e turbamenti che emergono oltre che dalla
ricchezza degli avvenimenti raccontati, che mettono in mostra gli umani
sentimenti variegati, tinti di luci e di ombre, anche dai lunghi silenzi, dagli
sguardi, dai pensieri reconditi e misteriosi di Julieta, interpretata in due
fasi delle sua vita da due bravi attrici, Emma Suarèz e Adriana Ugante.
Pedro
Almodòvar seduce lo spettatore mettendo a nudo, in modo semplice ed equilibrato
ma anche realistico, la vita di questa donna esaltandone la grande umanità con
tutti i suoi aspetti, quelli positivi che ne esaltano il carattere ma anche quelli
deleteri che l’affliggono senza soluzione di continuità. Un film al femminile
tutto da vedere e da gustare dall’inizio sino alla fine.
Il film è in concorso al Festival del Cinema di Cannes 2016.
Filmografia
Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (1980), Labirinto di
passioni (1982), L’indiscreto fascino del peccato (1983), Che ho fatto io per
meritare tutto questo? (1984), Matador (1986), La legge del desiderio (1987), Donne
sull’orlo di una crisi di nervi (1988), Lègami! (1990), Tacchi a spillo (1991),
Kika – Un corpo in prestito (1993), Il fiore del mio segreto (1995), Carne
tremula (1997), Tutto su mia madre (1999), Parla con lei (2002), La mala
educacion (2004), Volver (2006), Gli abbracci spezzati (2009), La pelle che
abito (2011), Gli amanti passeggeri (2013).
Francesco Giuliano
mercoledì 25 maggio 2016
“Colonia” è un thriller che amalgama storia e suspense in un paese lacerato dalla dittatura
Titolo:
Colonia
Regia: Florian Gallenberger
Sceneggiatura:
Torsten Wenzel, Florian Gallenberger
Produzione
Paese: Lussemburgo, Francia, Germania 2015
Cast: Emma Watson,
Daniel Brühl, Michael Nyqvist, Richenda Carey, Vicky Krieps, Jeanne Werner, Julian
Ovenden, August Zirner, Martin Wuttke, César Bordón, Nicolás Barso, […]
Ispirandosi a fatti
realmente accaduti, “Colonia” descrive la
storia di due giovani, Lena (Emma
Watson) e Daniel (Daniel Brühl), una coppia
che rimane implicata nel sanguinoso e disumano colpo di stato militare avvenuto
in Cile. Era il 1973. Lena va alla ricerca di Daniel rapito dalla polizia
segreta del dittatore Pinochet, e lo trova in un luogo inespugnabile che è
ubicato nel sud
del Cile, noto con il nome di Colonia Dignidad, da cui deriva il titolo del film. Apparentemente
Colonia è una
missione retta da un predicatore
laico di nome
Paul Schäfer (Michael Nyqvist), che
si fa chiamare Pius, ma, nella realtà, è un lager dal cui non si può fuggire, a
300 km da Santiago del Cile. Per questo, Lena decide di entrare a far parte dalla
setta di Schäfer allo scopo di ritrovare
Daniel.
“Nella Colonia,
fondata nel 1961, tutti gli abitanti erano prigionieri in una sorta di Stato dentro lo
Stato, retti da forma di
dittatura, e vivevano
secondo le regole autocratiche imposte
dallo stesso Schäfer. Originariamente, il
borgo fu costruito
per essere un ‘Villaggio
Tedesco Modello’ mascherato
da missione caritatevole
per la popolazione
rurale del Cile, e in
seguito divenne una delle
più grandi fattorie
del Cile. Dalla sua fondazione, solo
un numero esiguo
di persone riuscì a fuggire da
Colonia Dignidad. Gran parte dei fuggitivi venivano catturati e riportati a
Colonia con l’ appoggio dell’Ambasciata Tedesca, che collaborava strettamente
con Paul Schäfer”.
Questo film,
diretto dal quarantaseienne regista Florian Gallenberger, tedesco di Monaco di
Baviera, che ne ha scritto la sceneggiatura assieme a Torsten Wenzel, facendo convivere un’affascinante storia d’amore con
un thriller politico, trasmette un messaggio profondo e importante
attraverso l’intrattenimento e la suspense, così come è avvenuto con thriller
dello stesso genere, in cui si coniuga l’aspetto sentimentale con quello
poliziesco. Ne sono esempi i film di successo degli anni ’70 come “I tre giorni
del condor” (1975) e “Tutti gli uomini del Presidente” (1976) o recenti come “Argo”
(2012) e “The imitation game” (2014).
Dal 26
maggio 2016 nei Cinema.
Filmografia
Il colpo alla Gate Manor (1990), Mistero di Notdurftanstalt (1993), Tango
Berlino (1997), Puttana (1997), Buck (1997) Honolulu (2001), Shandows of time
(2004), John Rabe (2009).
Francesco
Giuliano
“Boris Giuliano, un poliziotto a Palermo” film tv trasmesso su RAI 1 il 23 e 24 maggio 2016
Titolo:
Boris Giuliano, un poliziotto a Palermo
Regia:
Richy Tognazzi
Soggetto:
Angelo Pasquini
Sceneggiatura:
Giovanna Koch, Angelo Pasquini, Richy Tognazzi
Produzione:
RAI1 – Italia 2016
Cast:
Adriano Giannini, Nicole Grimaudo, Ettore Bassi, Antonio Gerardi, Luigi Maria
Burruano, Enrico Lo Verso, Nicola Rignanese, Francesco Montanari, Fabrizio
Bracconeri, Pietro Delle Piane, Vanni Bramati, Ivan Castiglione, Speranza
Vanni, Vincenzo Ferrera, Dino Giarrusso, Manlio Dovi, Vincenzo Crivello, Vito
Facciola, Giacinto Ferro, Lollo Franco, Salvatore Lazzaro, Bruno Torrisi, Sebastiano
Lo Monaco, Pippo Pattavina, Tony Sperandeo, Francesco Benigno, Alfredo Lo
Bianco, […]
È
stato un grande successo di pubblico, la miniserie televisiva “Boris Giuliano, un
poliziotto a Palermo” sul capo della squadra mobile di Palermo Giorgio Boris
Giuliano (Adriano Giannini), che venne ucciso, mentre si trovava alla cassa del
Caffè Lux di Palermo, da Leoluca Bagarella (Francesco Benigno) con sette
colpi di pistola alle spalle, il 21 luglio 1979, a quarantanove anni. Il film,
pur essendo in parte romanzato, è diretto da Richy Tognazzi, bravo regista che sa ben costruire opere di impegno
civile come questo. E' una di quelle pellicole che colpiscono l’animo
dello spettatore e lo emozionano perché descrive, assieme ad una parte della
storia recente del nostro paese, le vicissitudini di quest'uomo poliziotto che
lottò la mafia di Palermo con metodi innovativi ed efficaci. Il soggetto del
film, che è una sintesi degli incontri e degli scontri con le istituzioni e con
i capi mafiosi e delle amarezze e dei successi in campo di un grande servitore
dello Stato italiano, è un pullulare di personaggi famosi, grandi per la
moralità, serietà e coerenza umane
encomiabili, di cui si è scritto e parlato molto, come il giudice Pietro
Scaglione (Pippo Pattavina), il giornalista de “L’ora” Mauro de Mauro (Manlio
Dovi), il colonnello Russo (Vito Facciola), morti o scomparsi per avere difeso
la dignità del ruolo che coprivano. A cui si aggiunge la figura di chi non si è detto nulla per il rispetto del proprio dolore, come la moglie Maria
Leonetta, interpretata magnificamente da Nicole Grimaudo che fa del marito, con il suo
estro di grande attrice, un gigante mostrandone l’umanità di madre e di moglie
e il suo grande amore per la famiglia e per il marito.
A
Boris Giuliano venne conferita la Medaglia d’Oro al valore civile, circa un
anno dopo dalla sua morte: “ Valoroso funzionario di Pubblica Sicurezza, pur consapevole dei
pericoli cui andava incontro operando in un ambiente caratterizzato da intensa
criminalità, con alto senso del dovere e non comuni doti professionali si
prodigava infaticabilmente nella costante e appassionante opera di polizia
giudiziaria che portava all'individuazione e all'arresto di pericolosi
delinquenti, spesso appartenenti ad organizzazioni mafiose anche a livello
internazionale.
Assassinato in un vile e proditorio agguato tesogli da un killer, pagava
con la vita il suo coraggio e la dedizione ai più alti ideali di giustizia.
Palermo, 21 luglio 1979”.
Piazza Armerina, in provincia di Enna, famosa
per i suoi mosaici della Villa Romana del terzo secolo, è la sua città natale, dove
l'Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato è intitolato a
Boris Giuliano, in suo ricordo.
Nel 2013, fu bandito il Concorso “Stato, mafia e Società” del Premio Themis,
a cui partecipai con la poesia “La Ballata di un eroe”, scritta pensando a
questo grande uomo. La poesia ebbe il terzo posto e fa parte dell’Antologia
“Eroi e antieroi” (A&B editrice, 2013):
“La lupara tuona/ la letale rosata fa centro/
un grido di dolore / nell’aria vagola/ la ferita gronda sangue/ l’eroico corpo
si contorce/ barcolla / si squilibra/ al suolo/ esanime sbatte/ sulla fresca
vermiglia chiazza/ nell’aria mille schizzi spruzza/ urla di angoscia / s’odono
in lontananza/ corre senza speranza/ la novella sposa/ ormai vedova / lacrime
gronda / dai suoi occhi sgomenti/ intorno tutto tace/ il suo cuore non ha pace/
intorno nessuno ha visto/ la rabbia si fa grande/ intorno nessuno ha udito/ lo
sconforto si sfrena/ cos’è la libertà/ solo pochi lo sanno”.
Filmografia
Piccoli
equivoci /1989), Ultrà (1991), La scorta (1993), Vite strozzate (1996), I
giudici – Excellent Cadavers (1999), Un altro mondo è possibile (2001), Il Papa
buono (2003), Io no (2003), L’isola dei segreti – Korè (2009), Il padre e lo
straniero (2010), Mia madre (2010), Tutta colpa della musica (2011), Il caso –
Dove eravamo rimasti? (2012), L’assalto (2013), Pietro Mennea – La freccia del
Sud (2015).
Francesco
Giuliano
venerdì 20 maggio 2016
"La pazza gioia", una delicata commedia ironica e briosa tutta al femminile
La pazza gioia, una delicata
commedia ironica e briosa tutta al femminile
(by Francesco Giuliano)
Titolo:
La pazza gioia
Regia
e Soggetto: Paolo Virzì
Sceneggiatura:
Francesca Archibugi, Paolo Virzì
Musica:
Carlo Virzì
Produzione
Stato: Italia 2016
Cast:
Valentina Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso
Ragno, Bob Messini, Sergio Albelli, Anna Galiena, Marisa Borini, Marco Messeri,
Bobo Rondelli, […].
Attorno alla canzone “Senza fine” di Gino Paoli “Senza fine/tu trascini la nostra vita/senza un attimo di respiro/per sognare /per potere ricordare /ciò che abbiamo già vissuto /senza fine/sei un attimo senza fine/ non hai ieri/non hai domani /tutto è ormai nelle tue mani/mani grandi mani senza fine/…”, ruota il tema fondamentale di questo bel film di Paolo Virzì, il regista italiano che, per la sua verve ironica e realistica, è diventato ormai una garanzia di buon cinema per lo spettatore italiano e non solo.
Come un medico che attraverso alcuni sintomi sa
cogliere il malessere del malato, così Virzì, fa un’analisi dettagliata dei
vizi e delle virtù dell’italica gente in mezzo alla quale egli stesso vive, e
ne estrapola, in maniera universale, la ridicolaggine, il moralismo, l’ignoranza
e l’arroganza, la saccenteria, la pedanteria, l’infelicità o un’amara felicità
che sa più di rassegnazione. Tenendo conto di queste sue caratteristiche, Virzì
con un tocco ironico e con una delicatezza di stampo femminile conferisce
buonumore allo spettatore pur tessendo un film “La pazza gioia” dai risvolti tragici e dolorosi.
In questo viene aiutato efficacemente
e brillantemente da due grandi attrici, Valeria Bruni Tedeschi, nella parte di
Beatrice Morandini Valdirana, una nobile demente dal carattere prepotente contraddistinto
da mitomania e da un’inarrestabile verbosità,
e Micaela Ramazzotti, che interpreta la parte di Donatella Morelli, una povera giovane
sfortunata con il corpo tatuato, che invece è psicolabile e afflitta dalla
perdita del figlio che è stato dato in adozione. Le due si conoscono e fanno
amicizia presso la Villa Biondi, in Toscana, dove sono ricoverate assieme ad
altre donne giudicate giudizialmente con sentenza definitiva per essere
sottoposte ad una terapia di recupero. Grazie a questa amicizia, un giorno,
riescono ad eludere la sorveglianza e a scappare dalla Villa dandosi alla “pazza”
gioia. Beatrice, parafrasando la canzone “Senza fine” trascina con sé Donatella senza darle un attimo di respiro,
per farla sognare e farle ricordare ciò
che ha già vissuto per consentirle di dare un senso alla propria vita. Un bel film che passerà senz'altro negli annali
del cinema italiano per la sua bellezza.
Filmografia
La bella vita (1994), Ferie d’agosto (1996), Ovosodo (1997), Baci
e abbracci (1999), My name is Tanino (2002), Caterina va in città (2003), N - Io
e Napoleone (2006), Tutta la vita davanti (2008), La prima cosa bella (2010),
Tutti i santi giorni (2012), Il capitale umano (2014).
Francesco Giuliano
martedì 17 maggio 2016
La disputa tra Ragione e Sentimento nel film “Al di là delle montagne”
La
disputa tra Ragione e Sentimento nel film “Al di là delle montagne”
Titolo:
Al di là delle montagne
Titolo
originale: Shan he Gu Ren
Regia
e sceneggiatura: Jia Zhang-Ke
Produzione
Stato: Cina, Francia, Giappone 2015
Musica: Yoshihiro Hanno
Cast: Zhao Tao, Yi Zhang, Jing Dong Lianq, Zijian
Dong, Sylvia Chang, Han Sanming, […]
Il regista cinese Jia Zhang-Ke, che ha scritto e diretto “Al
di là delle montagne”, per i tratti che caratterizzano questo film manifesta di
sentire l’influenza dei registi neorealisti italiani quali Pier Paolo Pasolini
e Vittorio De Sica.
Il
film si svolge per buona parte, in Cina, a Fenyang nel 1999. Tao (Zhao
Tao), una ragazza
di Fenyang, è amica di due giovani Zhang Jinsheng (Yi
Zhang) e Liangzi
(Jing
Dong Lianq). Il primo è una persona molto vanitosa, aggressiva, benestante, senza umanità,
d’animo cattivo, ambizioso, che si vanta di diventare molto ricco sino al punto
che metterà a suo figlio il nome di Dollar (Zijian Dong) e che presume
che la libertà sia connessa con l’uso libero delle armi, che invece sono
vietate in Cina. Il secondo, invece, è un modesto lavoratore in una miniera di
carbone che, al contrario, tiene molto all’amicizia, è di animo buono, considera
sacrosanti i valori umani e vive la vita così come viene. Ambedue aspirano a
sposare Tao. Zhang, arrogante ed estroverso, lo manifesta apertamente e con
sfrontatezza, mentre Liangzi, timido e introverso, tiene per sé questa aspirazione
anche se fa capire a Tao questa sua intenzione. Tao in cuor suo ama Liangzi per
la sua bontà e umanità ma, al tempo stesso, è attratta dalla ricchezza e dalla
spavalderia di Zhang. Tao si viene a trovare, quindi, a fare una scelta molto
difficile e sofferta. La sua ragione entra in conflitto con i suoi sentimenti
più genuini. Com’è descritto nella poesia “Ragione e sentimento” dell’omonima
raccolta (ed. Libreria Editrice Urso, 2016): “Oh, sentimento
bizzarro!/ tu mi sconvolgi/ tu mi stringi/ mi togli il respiro/ mi trasporti su
lidi lontani/ tiranneggi su di me/ con forza / senza sosta / a schiavo mi
riduci/ e il cuore ferisci/ Dimmi: cosa vuoi?/ Ma nessuna risposta mi dai! / Oh,
ragione equilibrata!/ A te mi rivolgo / allora/ portami / ad una sana
riflessione / sulla scelta che/ m’aspetta/ solleva me / dalla pena profonda/ che
m’affligge/ dall’insano sentimento/ che mi stressa/ Suvvia!/ Indicami la
corretta via/ che il mio cuore sanare possa!”, poiché è impossibile fare
entrare in accordo la razionalità con il trasporto del cuore, Tao sceglie
secondo ragione perché ritiene che “Non si può che fare un tratto del cammino insieme. Prima o poi ci si deve
separare”.
Con questa sua scelta, però, farà un grave torto all’amico Liangzi
che, non riuscendo a sopportare il dolore conseguente al distacco, emigra andando
a fare il minatore in un altro Paese dove si ammalerà.
Le conseguenze per la vita di Tao saranno disastrose in quanto sposandosi entrerà
subito in contrasto con Zhang, suo marito, da cui divorzierà perdendo così
oltre agli agi della ricchezza anche il figlio Dollar, in quanto presume che il
marito lo potrà mantenere agli studi. Tao si lascia trasportare dalla ragione
sbagliando ancora una volta, perché ciò comporterà nel figlio la mancanza dell’affetto
della madre e il sorgere di complessi psicologici e di grandi amarezze.
Il film “Al
di là delle montagne”, è ben condotto e appare sbalorditivo, sorprendente, realista
ed essenziale nei contenuti, e a tratti molto coinvolgente e commovente, tant’è
che data la durata di oltre due ore non annoia affatto lo spettatore. Esso ha
concorso al Festival del Cinema di Cannes 2015 ed ha vinto il premio Asian Film
Awars 2016 per la migliore sceneggiatura.
Filmografia
Xiaowu (1997), Zhantaii
(2000), Sill Life (2006) che si aggiudica il Leone d'oro al Festival del Cinema
di Venezia, 24° City (2008), Il tocco del peccato (2013).
Francesco
Giuliano
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