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venerdì 25 ottobre 2019

“Tutto il mio folle amore”, un film avvincente on the road alla scoperta dei sentimenti


Titolo: Tutto il mio folle amore
Regia: Gabriele Salvatores
Soggetto: Fulvio Ervas (dal romanzo Se ti abbraccio non aver paura)
Sceneggiatura: Umberto Contarello, Sara Mosetti, Fulvio Ervas
Musiche: Mauro Pagani
Produzione Paese: Italia, 2019
Cast: Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abbatantuono, Giulio Pranno, Daniel Vivian, Marusa Majer, Tania Garibba, Maria Gnecchi, […]



Vincent (Giulio Pranno), nato da un occasionale rapporto sessuale tra Willy (Claudio Santamaria), cantante su una nave da crociera, ed Elena, (Valeria Golino), è un sedicenne affetto da una grave malattia neurologica sin dalla nascita. Per questo il giovane, che si comporta in modo disinibito, irrefrenabile, libero da stereotipi, estraneo alla paura, come un cavallo senza briglia e senza cavaliere, ha bisogno di continue cure e particolari attenzioni che rendono alla madre la vita molto complicata e non facile, dato che si è trovata a gestire da sola la problematica situazione essendo stata abbandonata da Willy quando scopre di essere rimasta incinta: la felicità, purtroppo, non è un diritto, è un colpo di culo!  Per fortuna, con il procedere degli anni, Elena viene ad avere un sostegno sia materiale che affettivo da Mario (Diego Abbatantuono), il suo nuovo e instancabile compagno, che tratta Vincent come se fosse suo figlio.
Dopo sedici anni, tuttavia, a Willy viene il desiderio di conoscere il figlio perché non sa che faccia ha, né come si chiama, ma, come avviene in questi casi, egli viene respinto violentemente da Elena che gli confessa di aver chiamato il figlio Vincent per la canzone di Don MacLean che Willy le aveva cantato Starry, starry night/ paint your palette blue and grayì/ look out on a summer’s day/ with eyes that know the darkness in my soul/ shadows on the hills/ sketch the trees and the daffodils/ catch the breeze and the winter chills/ in colors on the snowy linen land/ (Notte piena di stelle/ colora la tua tavolozza di blu e di grigio/ guarda fuori in un giorno d’estate/ con occhi che conoscono/ l’oscurità della mia anima/ ombre sulle colline/ tratteggiano alberi e giunchiglie/ cattura la brezza e il gelo invernale/ nei colori sul terreno ammantato di neve …). Vincent, tuttavia, fugge da casa perché sente il bisogno di ritrovare il padre che con sua grande sorpresa dice: dopo una grande sfiga, arriva sempre una grande fortuna. E Vincent segue il padre in un tour canoro lungo la Slovenia e la Croazia e durante questo viaggio emergono nel suo animo e in quello di suo padre tutti quei sentimenti che nel tempo erano rimasti latenti nella loro interiorità.
Gabriele Salvatores, come è nel suo stile, anche questa volta cerca di scavare nella profondità dell’animo umano che nella vita quotidiana è sottoposto a continue frustrazioni e casuali imprevisti che gli stravolgono l’esistenza e lo distolgono da suo essere umano. E lo fa on the road che trova un lieve parallelismo nel romanzo di Jack Kerouac Sulla strada, in quella frase, divenuta famosa, dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati. Infatti, padre e figlio, attraverso continue peripezie e passando per terreni nudi e irti, proseguono il loro percorso per raggiungere la meta, che li porta, nel contempo e pian piano, a scoprire le origini della propria essenza, da cui sfociano impetuosi i loro più belli sentimenti rimasti reconditi per sedici lunghi anni. E Salvatores lo fa usando un alone di metafora con cui manifestare che, oggi, le persone sono soggiogate dalle regole sregolate di una società che ha perduto il suo senso, e dalle quali dovrebbero liberarsi per fare riemergere quei sentimenti che hanno in sé ma che non sanno di possedere. Solo mettendosi in gioco, come fa nella parte del film Elena, autodefinitasi nuotatrice indomita, e liberandosi anche dalle proprie turpitudini, ogni individuo potrebbe fare emergere le radici della propria essenza umana perché come canta Fabrizio De André, in Via Del Campo, dal letame nascono i fior. 
Il soggetto del film è stato tratto liberamente dal romanzo Se ti abbraccio non avere paura di Fulvio Ervas, edito da Marcos Y Marcos, che descrive la vera storia di Andrea e Franco Antonello, padre e figlio autistico che hanno viaggiato in moto dagli Stati Uniti al Sud America.
Il film è stato presentato fuori concorso alla LXXVI Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. 
Filmografia
Sogno di una notte d’estate (1983), Kamikazen – Ultima notte a Milano (1987), Marraech Express (1989), Turné (1990), Mediterraneo (1991), Puerto Escondido (1992), Sud (1993), Nirvana (1997), Denti (2000), Amnèsia (2001), Io non ho paura (2003), Quo vadis, baby? (2005), Come Dio comanda (2008), Happy Family (2010), Educazione siberiana (2013), Il ragazzo invisibile (2014), Il ragazzo invisibile – Seconda generazione (2018).
Francesco Giuliano

2 commenti:

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