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giovedì 18 ottobre 2012

Con il film “Un sapore di ruggine e ossa” il regista Jacques Audiard descrive gli aspetti tragici e violenti di un mondo senza valori.

Titolo: Un sapore di ruggine e ossa
Titolo originale: De rouille et d’os
Regia: Jacques Audiard
Sceneggiatura: Jacques Audiard, Thomas Bidegain
Musica: Alexandre Despalt
Paese: Francia, Belgio 2012
Cast: Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, Armand Verdure, Corinne Masiero, Céline Sallette, […]
Il regista Jacques Audiard in questo film "Un sapore di ruggine e ossa", basato su libro di racconti “Ruggine e ossa” di Craig Davidson, descrive un mondo in cui c’è assenza di valori e di sentimenti, dove ogni individuo vive senza punti di riferimento, dove si fa sesso solo come bisogno fisiologico e solo quando si è “opè”, dove l’apparire conta più dell’essere, e dove prevale non soltanto la tragedia ma anche la violenza fine a se stessa. La prima, cioè la tragedia, si coglie nella solitudine di un bel bambino di cinque anni, Sam (Armand Verdure), che abbandonato dalla madre, pur vivendo con il padre in una cittadina al sud della Francia, praticamente passa le giornate in solitudine e trova grande conforto e soddisfazione dei propri bisogni affettivi soltanto nell’accudire e nel giocare con due cuccioli. L’attaccamento sentimentale nei confronti dei due cagnolini è così grande che prova un grande dolore nel momento in cui essi vengono dati via dalla zia. La tragedia si coglie ancora nell’evento sfortunato che si abbatte sulla bellissima Stephanie (Marion Cotillard), addestratrice di orche marine, che perde ambedue gli arti inferiori. La tragedia si evidenzia ancora quando il piccolo Sam cade nell’acqua di un lago  in seguito alla rottura della lastra ghiacciata superficiale che la ricopriva. La violenza, invece, si coglie nei sanguinosi incontri clandestini di pugilato che Alain (l’attore belga Matthias Schoenarts), il padre di Sam, compie per sbarcare il lunario.  La violenza sorprende, ancora, quando Alain picchia a malo modo il piccolo Sam perché non vuole uscire dalla cuccia canile, oppure quando cerca di lavarlo a modo suo, perché sporco. La violenza afferra lo spettatore anche quando la sorella di Alain, Anna (Corinne Masiero), viene licenziata dal supermercato in cui lavora, perché è stata ripresa da videocamere nascoste mentre ruba dal magazzino vaschette di yogurt scaduto. In questo film, il regista mostra ancora una volta la sua visione pessimistica della realtà dove vige la legge del più forte, anche se in maniera più pacata rispetto al suo ottimo film “Il profeta” (2009), e dove la violenza ha sempre la parte del leone. Non solo violenza fisica ma anche psichica. E fa intuire anche la concezione sallustiana secondo la quale l’uomo “faber est suae quisque fortunae”, cioè l’uomo è anche artefice della propria sorte. Sostiene, però, che solo affidandosi all’amore si possano trasformare le avversità in eventi fausti. Ma lo dice attraverso la trasparenza del vetro!
Il film dai tratti forti è stato presentato al Festival del Cinema di Cannes 2012 ottenendo il plauso della critica e del pubblico. Bravissima l’attrice Marion Cotillard, indimenticabile sia per l’interpretazione di Fanny  Chenal in “Un’ottima annata“(2006) di Ridley Scott sia per quella magnifica e insuperabile interpretazione della cantante Edith Piaf in “La vie en rose” (2008) di Olivier Dahan che le fruttò il premio Oscar 2008 come migliore attrice.

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