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martedì 7 agosto 2012

Nel film “Polisse” della regista Maiwenn la descrizione realistica e angosciante dei “child molester”.

Titolo: Polisse
Titolo originale: Poliss

Regia: Maïwen Le Besco

Sceneggiatura: Maïwen Le Besco, Emmanuelle Bercot

Produzione: Francia, 2011

Cast: Joey Starr, Karin Viard, Marina Fois, Nicolas Duvauchelle, Karole Rocher, Maïwen Le Besco, Emmanuelle Bercot, Frédéric Pierrot, Jérémie Elkaim,  Riccardo Scamarcio, Sandrine Kiberlain, Laurent Bateau, Louis-Do de Lencquesaing, […]

Polisse, è un film cronaca molto violento anche doloroso, duro e crudo come si suole dire, che indaga sul tema dei disturbi sessuali dell’infanzia e degli atti di violenza che gli adulti – uomini o donne - commettono attraverso atti sessuali sui bambini. Il film descrive, nel contempo, le azioni e i comportamenti assunti dai poliziotti di una brigata che tutela i diritti dei minori indagando sui reati che nonni, padri o madri commettono rispettivamente sui loro nipoti e figli.  Il film è stato presentato al Festival del Cinema di Cannes 2011ottenendo il Premio speciale della Giuria e la Palma d’Oro del pubblico e della critica. Brava, infatti, la trentaseienne regista Maïwen Le Besco (sposata con il regista Luc Besson da cui ha divorziato) che, affrontando un tema di tal natura molto delicato, non prende mai e a ragione posizioni moraliste. Si limita a descrivere e basta. Maïwen ha scritto la sceneggiatura del film assieme a Emmanuelle Bercot (con cui è socia nella Società di produzione MAI) ed ha saputo dirigere il film così bene che mescolando con equilibrio e con sagacia il genere fiction con il genere documentario, ha reso lo spettatore incapace, a volte, di distinguere l’uno dall’altro. E questa sembra una prerogativa di Maïwen oltretutto mostrata anche nel suo precedente film del 2009, Pardonnez-moi.
Il racconto di Polisse è realistico e meticoloso, per niente superficiale, e descrive non solo “l’inferno” dentro le mura domestiche in cui i bambini e le bambine si trovano a sopportare oggi a volte “con naturalezza”, ma anche certi propri anormali comportamenti sessuali che loro stessi ritengono sessualmente “normali”. Il racconto, inoltre, analizza anche le delicate indagini scrupolose che svolgono i vari poliziotti, uomini e donne, indagini che per la particolare peculiarità non li rende indenni da naturali nevrosi e da normali contrasti interpersonali che normalmente si formano nel mondo del lavoro e che vengono messi in risalto. Il film è molto ricco di attori e di attrici molto bravi che hanno saputo svolgere il loro ruolo alla perfezione. Tra di essi ci sono anche l’italiano Riccardo Scamarcio (Francesco, compagno di Melissa) a cui è affidata una parte secondaria e la stessa Maïwen che è quasi sempre presente dall’inizio alla fine del film, in quanto svolge la parte della fotografa Melissa che deve documentare le azioni della polizia.
 

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