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domenica 19 agosto 2012

Con il film “Sacco e Vanzetti” il regista Luciano Montaldo affronta l’annoso e violento problema del razzismo.

Titolo: Sacco e Vanzetti

Regia: Giuliano Montaldo
Soggetto e sceneggiatura: Giuliano Montaldo, Fabrizio Onofri, Ottavio Jemma
Musiche: ennio Morricone, Joan Baez
Produzione: Italia, Francia, 1971
Cast: Gian Maria Volontà, Riccardo Cucciola, Rosanna Fratello, Sergio Fantoni, Armenia Balducci, Marisa Fabbri, […]

Giuliano Montaldo, avendo iniziato la sua carriera di regista con “Tiro al piccione” (1962), raggiunse l’apice della sua popolarità con il bellissimo film “Sacco e Vanzetti” che al Festival del Cinema di Cannes del 1971 fece conseguire a Riccardo Cucciola il premio come migliore attore per la sua ineccepibile e magnifica interpretazione di Nicola Vanzetti e, inoltre, assegnare nello stesso anno dal SNGCI (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani) tre nastri d’argento rispettivamente a Riccardo Cucciola come migliore attore, all’allora ventenne Rosanna Fratello (per l’interpretazione di Rosa Sacco) come migliore attrice esordiente, e a Ennio Morricone come migliore musica.  Il film, trasmesso sabato 18 agosto 2012 su Rai Movie, descrive la storia commovente di due italiani immigrati negli Stati Uniti, il calzolaio Nicola (Nick) Sacco e il pescivendolo Bartolomeo (Bart) Vanzetti, interpretato da Gian Maria Volonté, ambedue anarchici, che furono incriminati per rapina e omicidio nel 1921, ma condannati ingiustamente a morte, alla sedia elettrica, sei anni più tardi più per le loro idee politiche che per i delitti per i quali erano stati accusati. Montaldo è stato molto bravo a descrivere correttamente ed efficacemente il fatto storico affidando le due parti principali ad attori di grande valore artistico (Cucciola e Volonté) e usando il genere del documentario e cronachistico sia come informazione dell’evento, che ebbe una grande eco internazionale, sia come attestato di denuncia. Montaldo, che ultimamente è ritornato alla regia con il film “L’industriale” (2011) con Pierfrancesco Favino, altresì, è riuscito brillantemente a coinvolgere emotivamente lo spettatore soprattutto evidenziando l’ingiusta condanna che risalta soprattutto nelle parole di Vanzetti-Volonté: “Ho da dire che sono innocente. In tutta la mia vita non ho mai rubato, non ho mai ammazzato, non ho mai versato sangue umano, io. Ho combattuto per eliminare il delitto. Primo fra tutti: lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. E se c'è una ragione per la quale sono qui è questa, e nessun'altra”. Ma Montaldo è riuscito  a trascinare lo spettatore passionalmente non solo esaltando la tragedia familiare che essa comportò nelle parole di Sacco-Cucciolla rivolte al figlioPerdonami bambino mio per questa morte ingiusta che ti toglie il padre quando sei ancora in tenera età. Possono bruciare i nostri corpi oggi, non possono distruggere le nostre idee!", ma anche mettendo  in evidenza la violenza e l’ingiustizia perpetrate dalle istituzioni pubbliche, che invece avrebbero dovuto garantire la giustizia e combattere la violenza, nelle parole di Vanzetti-VolontéMendicare la vita per un tozzo di pane è violenza. La miseria, la fame alla quale sono costretti milioni di uomini è violenza. Il denaro è violenza, la guerra... E persino la paura di morire che abbiamo tutti ogni giorno, a pensarci bene, è violenza”.
Il film per la prima volta affrontò il problema dei nostri emigranti negli Stati Uniti che è uguale a quello degli attuali immigrati “che arrivano lungo le nostre coste per cercare di dare dignità alla loro vita sfuggendo alla fame, alla miseria, alla sete, alla guerra, dalla morte e da tutto ciò che rende il loro paese di origine non vivibile”, descritto intelligentemente nel recentissimo film “Terraferma” di Crialese.
Belle le musiche di Ennio Morricone e la magnifica canzone di Joan Baez cantata nei titoli di coda.

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