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venerdì 13 gennaio 2012

Daniele Luchetti descrive “La nostra vita” guidata dalla casualità degli eventi e dalla necessità che caratterizza le nostre azioni.



Titolo: La nostra vita



Regia: Daniele Luchetti
Sceneggiatura: Daniele Luchetti, Sandro Petraglia, Stefano Rulli
Produzione: Ialia-Francia, 2010.
Cast: Elio Germano, Isabella Ragonese, Raoul Bova, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli









Uno spaccato della nostra realtà quotidiana, una storia di tutti i giorni che si svolge in una borgata di Roma dove vive una normalissima famiglia composta da una giovane coppia e due figli, una famiglia come tante altre dunque. Nelle azioni del capofamiglia e nel suo entourage familiare e lavorativo però avviene un continuo mescolamento del sacro con il profano come se fosse semplice normalità: sfortuna, lavoro, lavoro in nero, furbizia, amicizia, ricatto, sfruttamento, incidenti sul lavoro, spaccio di droga, violenza, sesso, amore e morte. Emerge, tuttavia, in tutto questo, con forza e sempre, il sentimento umano che è il serbatoio che alimenta il motore delle relazioni sociali e familiari.



Il regista Daniele Luchetti sa descrivere la gioia accanto al dolore, la fortuna assieme alla sfortuna, la felicità con l'infelicità, con grande naturalezza e in modo alquanto realistico, e mantiene sempre la sua grinta parlando, attraverso le vicissitudini di questa famiglia, de "la nostra vita", aggrovigliata attorno ad azioni illegittime come se fossero legittime. Dove i furbi spesso ce l’hanno franca.



Bravissimo Elio Germano che costituisce il perno attorno a cui ruota tutto il film e che è riuscito a immedesimarsi pienamente nel protagonista Claudio, un operaio edile, trasmettendo allo spettatore, con l'espessività che lo caratterizza, i suoi sentimenti più sani negli attimi salienti della sua vita ovvero quando accudisce i suoi figli rimasti orfani della madre, e nei momenti più sfortunati della sua vita caratterizzati dalla morte della moglie Elena (Isabella Ragonese) durante il parto del terzo figlio.

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