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lunedì 31 ottobre 2011

In Séraphine, il sentimento si cela sotto un'apparente aridità d'animo.







Che fantastico questo film di Martin Provost che, nel narrare una storia vera, descrive con raffinata eleganza la vita rude e selvatica e goffa di una celebre pittrice naïf Séraphine Louis, che si dipana lentamente, come il filo di una matassa, nel secolo scorso, a cavallo tra la grande guerra e la grave crisi economica del ’29. Questa singolare artista, unica e ineguagliabile come originalità pittorica, impersonata magistralmente dalla bravissima attrice Yolande Moreau, manifesta nella suo vivere rozzo e apparentemente misero una ricchezza interiore straordinariamente eccezionale, che ella risalta manifestando un innato amore contemplativo per la natura. Di questa ne fa una esaltazione peculiarmente dettagliata nei minimi particolari, con un’arte pittorica che è geniale e originale nel contempo. Lo fa in maniera puntuale e magistralmente precisa, tale da dare una inconsueta dinamicità alla staticità obbligata di una pittura, che è proprietà esclusiva di un pittore con una grande esperienza. Séraphine viene scoperta casualmente, in casa di una donna intellettualmente misera anche se ricca, da un critico tedesco Uhde che ritiene quelle opere uniche e singolari dal punto di vista dell’espressività artistica. È omosessuale questo critico che, come tutti gli omosessuali, ha in sé una sensibilità eccezionale che gli permette di cogliere subito la magnificenza artistica e la peculiarità pittorica di quei quadri-capolavori che fanno breccia improvvisamente nel popolo degli intenditori e, al tempo stesso, il sentimento genuino che predomina sull'apparente aridità d'animo dell'artista. Questo comporta a Séraphine, per i proventi ottenuti dalla vendita dei suoi quadri, un cambiamento del tenore di vita, non più serva ma padrona. Purtroppo la crisi economica non le assicura la continuazione di quella vita agiata conquistata dopo tante umiliazioni. Ciò le fa perdere l’intelletto e rinchiusa in una casa di cura per dementi dopo qualche anno muore. Un film bello anche se triste, che lascia sospese le emozioni per tutta la sua durata e che alla fine lascia l’amaro in bocca.(Francesco Giuliano)






Fonti:



http://www.mymovies.it/film/2008/seraphine/pubblico/?id=558364





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