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giovedì 12 aprile 2018

“I segreti di Wind River” descrive con sottile perspicacia gli errori sociali connessi all’emarginazione razziale


Titolo: I segreti di Wind River
Titolo originale: Wind River
Regia e Sceneggiatura: Taylor Sheridan
Paese Produzione: USA, 2017
Musiche: Nick Cave, Warren Ellis
Cast: Jeremy Renner, Elizabeth Olsen, Graham Green, Hugh Dillon, Gil Birmingham, Kelsey Asbille, Martin Sensmeier, Althea Sam, Julia Jones, Teo Briones, Tantoo Cardinal, Jon Bernithal, James Jordan, Matthew Del Negro, Austin Grant, Ian Bohen, Eric Lange, […]



Cory Lambert (Jeremy Renner) è un cacciatore federale della riserva indiana di Wind River nello stato del Wyoming, che ha l’incarico di controllare e uccidere gli animali selvatici, quali coyote, puma, lupi e quant’altro, per salvaguardare greggi di pecore e mandrie di buoi degli allevatori. È inverno e fa un freddo polare. Durante la ricerca di un puma che ha ucciso una mucca in quel territorio innevato, Cory scopre il corpo congelato di una ragazza morta. Si tratta della diciottenne Natalie Hanson (Kelsey Asbille) che risulta scalza e con la bocca e l’inguine insanguinati. Viene chiamata per indagare sulle cause di questa morte l’investigatrice FBI Jane Banner (Elizabeth Olsen), che appare sin dall’inizio non solo inesperta per il compito assegnatole ma anche vestita in modo inadeguato per affrontare il grande freddo di quel territorio, dove non si può avere fortuna in quanto la  natura l’ha sempre vinta perché non dà via di scampo. La fortuna si può avere in città ma non nello Wyoming d’inverno. Dall’autopsia risulta che la giovane Natalie prima sia stata stuprata e, poi, datasi alla fuga, sia morta dopo aver percorso circa dieci chilometri per il grande freddo che le ha congelato i polmoni. Trattandosi di morte causata da emorragia polmonare l’investigatrice, non potendo contare del supporto di una squadra, chiede aiuto a Cory. Costui accetta di aiutarla senza pensarci più di tanto, in quanto tre anni prima sua figlia era deceduta come Natalie, della quale era grande amica. Ed incomincia ad indagare recandosi da Martin Hanson (Gil Birmingham), il padre della vittima e, grazie a costui, incomincia ad avere indizi su quella morte misteriosa.
“I segreti di Wind River” è un thriller mozzafiato che descrive con sottile perspicacia gli errori dell’emarginazione razziale statunitense conseguenti alla creazione delle riserve indiane, in cui le condizioni sociali portano all’isolamento e all’aridità dei sentimenti degli abitanti che per colmare il vuoto della loro vita si ubriacano. Una riserva indiana è una comunità chiusa, un luogo brutale, dove il paesaggio stesso è un antagonista. È un luogo in cui la tossicodipendenza e gli omicidi uccidono più del cancro, e lo stupro è considerato un rito di passaggio per le ragazze per diventare donne, dice il regista Taylor Sheridan, che ne ha scritto anche la sceneggiatura dopo essersi documentato presso la locale comunità indiana. Infatti, il film si basa su episodi che si sono realmente verificati in quei luoghi del nord americano. Non è un caso che il regista abbia ben costruito i diversi personaggi del film che ne rappresentano i vari caratteri umani:  Martin Hanson rappresenta gli abitanti della riserva i loro legame con il  resto del mondo; Jane Banner è una donna forte e debole e, nel contempo, appare sentimentale e dura; Cory Lambert è un uomo mite e debole ma, al tempo stesso, determinato e coerente.
L’uomo, in quel luogo, appare piccolo e inerme nei confronti della natura da cui vuole scappare come risulta dall’incipit del film: Lontano dai tuoi occhi amorevoli /in un posto dove l’inverno non arriva mai /Fra il vento corro /e veglio ogni ricordo di te/ …, versi di una poesia scritta da Natalie che dimostra di sognare il paradiso e di voler fuggire da esso perché il luogo in cui vive non è il paradiso. Ma lo stato delle cose non le permette di realizzare il suo sogno pur avendo trovato un uomo molto più grande di lei che glielo ha promesso e che lei ama.
“I segreti di Wind River” è un western moderno ben costruito, di grande tensione emotiva, caratterizzato da dialoghi brevi e concisi ma profondamente allusivi, dove ogni mezzo o scena o il linguaggio stesso hanno un loro significato metaforico e dove la musica ben si adatta ai luoghi, ai personaggi e alla vicenda descritta.
Taylor Sheridan è un regista televisivo famoso negli USA che, alla sua seconda pellicola cinematografica, dimostra la sua bravura nel descrivere con grande maestria fatti di cronaca suscitando passo dopo passo nello spettatore una trepidazione eccezionale con notevole semplicità, tant'è che il film è stato presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival del Cinema di Cannes 2017.
Filmografia: Vile (2011).
Francesco Giuliano

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