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mercoledì 5 ottobre 2016

“Indivisibili”, un film dove la bellezza fa rima con la bruttezza

Titolo: Indivisibili
Regia: Edoardo De Angelis
Soggetto: Nicola Guaglianone
Sceneggiatura: Edoardo De Angelis, Nicola Guaglianone, Barbara Petronio
Musica: Enzo Avitabile
Produzione Stato: Italia 2016

Cast: Marianna e Angela Fontana, Massimiliano Rossi, Antonia Truppo, Toni Laudadio, Marco Mario De Notaris, Gaetano Bruno, Gianfranco Gallo, Peppe Servillo, Antonio Pennarella, […]
“Indivisibili” è il terzo lungometraggio del bravo regista napoletano Edoardo De Angelis, un film originale che si differenzia nettamente da buona parte dei film italiani, ormai ripetitivi sia nei significati espressivi che nei contenuti. Questo film, infatti, è un connubio magistrale tra l’ars cinematografia e la realtà nuda e cruda, che descrive una storia ambientata a Napoli, città  che “rappresenta tutto quello che c’è di bello e di brutto al mondo … (dove) la compresenza di bellezza e bruttezza permette di realizzare una sintesi visiva che rappresenta la vita in maniera piuttosto esaustiva …”. Volgarità, ignoranza, desolazione, superstizione, falsità, droga, connubio tra chiesa e malaffare, sono i connotati di un mondo in cui vivono le due sorelle siamesi, Viola (Marianna Fontana) e Dasy (Angela Fontana), considerate per la loro condizione fisica un fenomeno portafortuna, le quali per la loro bella voce sono pagate per cantare melodie in matrimoni, battesimi, feste patronali. Ambedue i genitori, Peppe (Massimiliano Rossi) e Titti (Antonia Truppo), compresi gli zii, si spartiscono tutti i proventi derivanti dalla attività canora, vivendo alle loro spalle e privandole di tutto. Uno sfruttamento bello e buono.
Casualmente, un giorno, Viola e Dasy conoscono Alfonso Fasano (Peppe Servillo), un medico specializzato nella separazione dei fratelli siamesi, che opera in Svizzera, dal quale vengono a sapere, dopo opportune indagini, che è possibile eseguire la loro separazione. Questa notizia rompe l’equilibrio che si era venuto a creare fino a quel momento, facendo sognare Dasy che, in tal modo, avrebbe acquistato quella libertà che per ovvie ragioni le era negata, come fare l’amore o ubriacarsi o intraprendere un viaggio per Los Angeles o altro ancora, ma generando, al tempo stesso, contrasti forti con il padre, che si oppone ovviamente per insana convenienza all’intervento. Viola, invece, dal canto suo mostra contrarietà alla separazione perché non vuole staccarsi dall’amata sorella, ma Dasy rimane ferma nel suo intento.
Forti emozioni derivanti da un’autenticità descrittiva di un realismo becero catturano lo spettatore che vive in prima persona quella situazione inumana e incivile con estrema trepidazione e morale tifoseria.
Il regista, “un talento visionario”,  intuisce il profondo significato del suo tempo e del suo ambiente e lo descrive puntualmente nei minimi particolari con semplicità, evidenziando lo stato di degrado morale di una popolazione intera, grazie anche alla complicità di una chiesa rappresentata da un prete donnaiolo e affarista, don Salvatore (Gianfranco Gallo), in palese connubio con il malaffare, e lo stato di abbandono in cui versa un luogo in cui neppure le antiche vestigia dell’antro della Sibilla riescono a conferire una se pur minima idea di decoro.
“Indivisibili”, un capolavoro italiano, “un film da Oscar” come ha sostenuto il regista  Paolo Sorrentino, è stato presentato nella sezione "Giornate degli Autori" alla LXXIII Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, al Toronto International Fil Festival 2016 e al London Film Festival 2016,ed ha ottenuto il Premio FEDIC, il Premio Lina Mangiacapre, il Premio Francesco Pasinetti per il miglior film e il Premio Gianni Astrei.

Filmografia (lungometraggi)
Mozzarella Stories (2011) film d’esordio, Perez (2014).
Francesco Giuliano

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