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martedì 18 settembre 2012

Nel film di Marco Bellocchio “Bella addormentata” il profilo di “un’Italia cinica e depressa”

Titolo: Bella addormentataRegia: Marco Bllocchio
Sceneggiatura: Marco Bellocchio, Veronica Raimo, Stefano Rulli Produzione: Italia, 2012
Cast: Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Isabelle Huppert, Maya Sansa, Brenno Placido, Pier Giorgio Bellocchio, Fabrizio Falco, Gianmarco Tognazzi, Roberto Herlitza, Gigio Morra, […]

Il film “Bella addormentata” di Marco Bellocchio affronta il problema dell’eutanasia prendendo spunto dal caso di Eluana Englaro, la ragazza rimasta in coma per diciassette anni che viene fatta trasportare su decisione del padre in un’ospedale di Udine per interrompere il trattamento terapeutico forzato che la teneva in vita. E l’affermazione nel film dello psichiatra (Roberto Herlitza) sancisce ciò "La vita è una condanna a morte, quindi non c'è tempo da perdere". La decisione di interrompere il trattamento sconvolse allora le coscienze degli italiani dividendoli in due fazioni opposte (Guelfi e Ghibellini di storica memoria?): quelli a favore della salvaguardia della vita a tutti i costi e quelli a favore di un diritto civile, quello dell’eutanasia, che come tutti i diritti civili dovrebbe far parte di quel valore molto più ampio che si chiama “libertà individuale”.

La fabula su cui ruota il film è basata sull’asserzione che "L'amore cambia il modo di vedere le cose" detta da Maria (Alba Rohrwacher) la figlia del senatore del PdL, Uliano Beffardi (Toni Servillo) che concentra il messaggio che il regista vuole dare allo spettatore/cittadino con questo bellissimo e magnifico film presentato alla 69^ Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia. E mi piace a riguardo, per rafforzare il concetto, citare l’ultimo verso del XXXIII canto del Paradiso di Dante Alighieri: “…l’amor che move il sole e l’altre stelle”. Ogni nostro gesto è umanamente accettato se dettato dall’amore. A volte per amore siamo costretti, ob torto collo, a prendere decisioni individuali che non sono condivise da altri per coscienza o per presa di posizione di parte.

Il film che si svolge nell’arco di una settimana, agli inizi del mese di febbraio 2009, alcuni giorni prima della morte di Eluana, racconta le vicissitudini del senatore Beffardi che si reca a Roma convocato per votare il decreto che il governo di Berlusconi vuole approvare urgentemente per impedire che il padre di Eluana portasse a termine la sua decisione. Beffardi ha una crisi di coscienza e non vuole votare quella legge che ritiene ingiusta anche perché lui si è trovato in una situazione simile a quella di Englaro, anzi vuole dimettersi dal partito, dove vige il “pensiero unico”, che inibisce la volontà decisionale individuale di ogni parlamentare. Parallelamente a questa storia, nel film si intrecciano altre storie. Quella di un medico, Pallido (Pier Giorgio Bellocchio) che cerca di salvare la tossicodipendente Rossa (Maya Sansa) dal suicidio, e quella di un’attrice, Divina Madre (Isabelle Huppert) che per assistere la figlia in coma, ha perso il senso della vita abbandonando sia il figlio che il marito. Bellocchio in questo film come del resto negli altri suoi film prende posizione facendo emergere che la politica molto spesso non soddisfa i bisogni di umanità del popolo che essa governa, ed esprime anche il suo punto di vista sia nei confronti della Chiesa che difende i suoi dogmi a spada tratta sia nei confronti dei politici che nel legiferare non si comportano secondo coscienza ma secondo i dettami della loro dirigenza partitica.

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